Via libera al nuovo regolamento per gli imballaggi in plastica nella Ue
Il Parlamento europeo ha approvato le nuove misure per rendere più sostenibili packaging e contenitori e ridurre i rifiuti nell’Ue. Importanti cambiamenti per l’Italia che ha sempre mirato al riciclo
Il Parlamento europeo ha dato il via libera alle nuove misure sugli imballaggi per renderli più sostenibili e ridurre i rifiuti nell’Ue. Il regolamento, approvato in via definitiva con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni, intende affrontare il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, uniformare le leggi del mercato interno e promuovere l’economia circolare. Le norme, frutto di un accordo con il Consiglio, comprendono obiettivi di riduzione degli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040) e impongono ai Paesi Ue di ridurre in particolare i rifiuti di imballaggio in plastica. Dalle coppette in plastica per ketchup e maionese alle confezioni monouso per frutta e verdura sono diversi i prodotti che ora il Parlamento europeo considera fuori legge. L’accordo appena votato prevede che tutti gli imballaggi siano riciclabili o riutilizzabili, riducendo al minimo quelli superflui e la presenza di sostanze nocive. Si punta anche sul miglioramento della raccolta differenziata per incentivare il mercato delle materie prime secondarie.
Nata con l’obiettivo di ridurre i rifiuti da packaging, la nuova legge non solo pone obiettivi ai Paesi membri, ma indica la strada da seguire per il futuro. Per l’Italia, che manda al riciclo il 71,5% dei rifiuti (dati Conai 2022), sarà una strada diversa da quella intrapresa. Stravolgerà anni di raccolta differenziata e il packaging agroalimentare, con abitudini da cambiare e nuovi costi da sostenere. Stride il fatto che l’Italia sia la leader indiscussa del riciclo mentre la norma europea punta al riutilizzo. Per intenderci, il riuso prevede che l’imballaggio sia lavato e utilizzato nuovamente; il riciclo invece preleva la plastica per darle nuova vita. “Abbiamo tentato in ogni sede di far comprendere quanto il riciclo sia una componente essenziale della filiera produttiva italiana, soprattutto nel settore ortofrutticolo, perché l’Italia è una eccellenza europea in questi processi. Ma si è scelto con testardaggine di andare verso il riutilizzo” ha commentato l’eurodeputato Giuseppe Ferrandino (Renew).
Era infatti stata proprio questa particolare misura sul packaging per l’ortofrutta a destare la maggior preoccupazione, anche se il provvedimento ha ricadute su tutti i settori economici che utilizzano imballaggi, praticamente tutti se pensiamo a tutto ciò che nella nostra vita quotidiana troviamo imballato. Ma c’è chi sostiene che il nostro motore economico e produttivo non sarà messo in ginocchio tanto facilmente, perché attraverso le deroghe, “siamo riusciti a ottenere meccanismi di premialità per i Paesi che raggiungono risultati importanti nel riciclo” ha dichiarato l’europarlamentare Massimiliano Salini (PPE). “Abbiamo evitato il rischio di ricadute enormi anche in termini di investimenti necessari alla riconversione di filiere produttive e alla creazione di nuove infrastrutture, come quelle necessarie a far funzionare i sistemi di riuso” ha ribadito l’eurodeputata Patrizia Toia (S&D).
Secondo le nuove norme, entro il 2029, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% annuo delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo.