Vasilij Kandinskij in mostra a Rovigo: quando il colore è musica per l’anima
Grande mostra dedicata a Vasilij Kandinskij a Palazzo Roverella, a Rovigo, dal 26 febbraio al 26 giugno. Ci saranno 80 capolavori fra il 1900 e il 1940. E in più libri, fotografie, rari filmati d’epoca e cimeli d’arte popolare russa. Per raccontare la straordinaria parabola creativa di uno dei massimi maestri del Novecento
Un Kandinskij “come in Italia non si è mai visto” sarà il protagonista dell’esposizione allestita a Palazzo Roverella a Rovigo dal 26 febbraio al 26 giugno: un’affascinante narrazione scandita da ottanta opere, selezionate per l’occasione grazie a prestiti di musei internazionali e di svariate collezioni private.
E in più: libri in edizione originale, fotografie, filmati, dipinti e documenti dei tanti artisti e “compagni di strada” – Gabriele Münter, Paul Klee, Arnold Schönberg, Alexej von Jawlensky, Marianne von Werefkin – con cui Vasilij Kandinski (1866-1944) ha attraversato un periodo storico fra i più ricchi di fermenti.
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Mostra Kandinskij a Rovigo dal 26 febbraio al 26 giugno
L’intento dei curatori Paolo Bolpagni e Evgenia Petrova è proprio quello di restituire al visitatore un affresco – oltre che della fase più significativa del padre dell’astrattismo – di un’epoca straordinaria nel corso della quale è maturata una rivoluzione destinata a condizionare l’arte di tutto il Novecento.
In effetti, come afferma Bolpagni, “di mostre su o intorno a Kandinskij in Italia ne sono state proposte parecchie negli ultimi anni, ma nessuna con ambizioni come quelle che noi ci poniamo”.
In mostra 80 opere, libri, fotografie, filmati e documenti
A giustificare questa presa di posizione che inquadra l’esposizione rodigina promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, ci sono, da un lato, il monumentale impianto scientifico e, dall’altro, il numero e soprattutto la qualità delle opere riunite nelle dodici sezioni, che consentiranno al pubblico italiano di ammirare capolavori unici che segnano tutti i principali snodi della carriera di uno dei massimi artisti del secolo scorso.
A precederle è stata allestita un’ulteriore e fondamentale sala introduttiva riservata all’arte popolare russa, con un focus sulle espressioni creative dei popoli della Vologda (una vasta regione della Russia settentrionale), con le quali Kandinskij entrò in contatto durante un soggiorno in quei territori nel 1889, quando – da studente di Diritto all’università – fu invitato a 500 chilometri a nord di Mosca per realizzare una ricerca sulle leggi delle popolazioni dei komi-ziriani.
In quegli anni il ventitreenne Vasilij sembrava ancora voler intraprendere una carriera da giurista, che però abbandonerà nel 1896 per trasferirsi in Germania a studiare pittura.
Il percorso artistico e umano
Bisogna partire da qui, da questa stagione densa di scelte e di tormenti personali e da quest’humus traboccante di folklore, di tradizione e di colore, per comprendere come da un figurativismo giovanile già contaminato da slanci neo impressionisti Kandiskij sia arrivato ad avviare la progressiva rarefazione e spiritualizzazione delle forme, che avrà il suo massimo sviluppo proprio nel periodo a cavallo fra il 1940 e il 1944.
Le vicende personali e familiari
Personaggio poliedrico, enigmatico e fluido, dotato di uno sguardo modernissimo rispetto ai tempi tanto da essere additato come pazzo dai critici coevi, l’artista sarà “segnato” per sempre dall’infanzia vissuta con la zia Elizaveta a Odessa, dopo la separazione della madre Lidija Tičeeva dal padre Vasilij Sil’vestrovič Kandinskij, ricco commerciante di tè.
Durante l’infanzia Vasilij riceve le prime nozioni di disegno dalla sorella maggiore della mamma, che dipinge e suona il flauto, e grazie a lei studia anche il violoncello, con il quale si esibisce nell’orchestra della scuola.
La passione per l’armonia, cromatica e musicale, formerà un adolescente e poi un giovane adulto dalla sensibilità spiccatissima, che non a caso, negli anni della maturità, utilizzerà proprio la musica come grimaldello per avviare la sua ricerca sull’arte astratta.
Il Cavaliere azzurro
Nel 1911 insieme all’amico Franz Marc porrà le basi del Blaue Reiter (“il cavaliere azzurro”), il nome del movimento che si ispira a un dipinto di Kandinskij dedicato a un tema che ricorre in numerose opere, compreso il San Giorgio (nella foto in questa pagina), dipinto fra il 1914 e 1915, e che tornerà anche in seguito, sia pur in versione sempre più astratta, come simbolo universale del conflitto fra il bene e il male. La Grande Guerra e, di lì a poco, la Rivoluzione di ottobre ne saranno ulteriori conferme.
Nello stesso anno pubblica Lo Spirituale nell’Arte, un saggio filosofico in cui si annuncia l’avvento di un’era che azzererà il materialismo dell’età moderna. Sempre nel 1911, una sera di gennaio, assiste a un concerto di Arnold Schönberg a Monaco: il giorno dopo illustrerà con un dipinto – dal titolo Impressione III: Concerto – alle suggestioni della musica che aveva avuto modo di ascoltare, e di qui in poi comincerà a definire la sua personalissima teoria sui rapporti fra suono, forma e colore e sulle proprietà emozionali di ciascun tono e di ogni sfumatura: il giallo, per esempio, per Kandinskij s’abbina al suono di una tromba e corrisponde al triangolo; il blu scuro invece evoca il cerchio e le sonorità di un organo (mentre l’azzurro è un flauto); il rosso è la vitalità, ha la forma di un quadrato e ricorda una tuba.
L’arte di “vedere” la musica
Non è dato sapere se effettivamente Kandinskij fosse in grado di “vedere” la musica. Di sicuro, da un certo punto in avanti della sua vita iniziò a intitolare le proprie opere con un linguaggio tipico dei compositori e dei musicisti – Impressioni, Composizioni, Improvvisazioni – e s’inoltrò sempre di più nell’esplorazione della risonanza: la vibrazione magica intessuta di note e cromie che in fondo è la voce della nostra anima.
Vasilij Kandinskij: l’opera, 1900/1940
Dal 26 febbraio 2022 al 26 giugno 2022
Palazzo Roverella
Via Laurenti 8/10, Rovigo
Orari: dal lunedì al venerdì, 9-19; sabato, domenica e festivi, 9-20.
Info e biglietti: www.palazzoroverella.com
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