Tutankhamon, i raggi X confermano che la lama del suo pugnale viene dallo spazio
Cento anni fa, nel 1922, due nomi fecero il giro del mondo: quello di Howard Carter e quello di Tutankhamon. Carter infatti è l’egittologo britannico che proprio in quell’anno fu protagonista nella Valle di Re di una delle scoperte archeologiche che più si sono impresse nell’immaginario collettivo. Ovvero la tomba quasi intatta del giovane faraone Tutankhamon, morto all’età di 19 anni nel 1323 a.C. circa.
All’epoca il rinvenimento ricevette un ritorno mediatico globale, e da allora il mito di Tutankhamon è cresciuto e si è conservato nel tempo fino ad oggi, circondato dalle ombre dei misteri e della leggendaria maledizione che gli fu attribuita quando Lord Canarvon, il finanziatore degli scavi che hanno svelato la sua tomba, poco dopo la scoperta morì (il 5 aprile del 1923) a causa di una polmonite. E anche se Carter e tutti quelli che vennero a contatto con la mummia non ebbero problemi, la suggestione magica ebbe il sopravvento sull’opinione pubblica.
LA LAMA TRATTA DA UN METEORITE
Un secolo dopo, la figura di Tutankhamon resta ancora piena di misteri. Uno di questo è la natura del suo pugnale, uno dei tanti tesori del corredo funebre, che conta in totale oltre 5.000 reperti. Il quesito che si sono posti gli archeologi fino ad oggi riguarda il materiale di cui è composto: l’occhio viene attirato dall’impugnatura e dall’elsa d’oro, ma il protagonista è il ferro. Secondo le ipotesi degli archeologi, all’epoca di Tuankhamon il ferro era un materiale più pregiato dell’oro, e indicava uno status sociale molto elevato.
Gli scienziati, analizzando attentamente il pugnale, hanno avanzato nel 2013 l’ipotesi che il ferro impiegato arrivasse dallo spazio, e cioè fosse stato ottenuto a partire da un meteorite. Nel 2016 la lama è stata sottoposta alla spettroscopia di fluorescenza a raggi X per analizzarne la composizione, e i risultati hanno confermato la teoria del “pugnale extraterrestre”: la lama risulta infatti essere composta principalmente di ferro, con l’11% di nichel e lo 0,6% di cobalto, ovvero una composizione sovrapponibile a quella dei meteoriti ferrosi. Il contenuto di nichel nei manufatti realizzati con ferro terrestre, infatti, non supera mai il 4%.
IL MISTERO DEL PUGNALE
Oggi un altro studio approfondisce ulteriormente la questione, esaminando le possibilità legate al tipo di meteorite che ha fornito il materiale e alle modalità con cui è stato realizzato il pugnale (senza scomodare gli alieni, come Elon Musk qualche tempo fa ha fatto per le piramidi). Non esistono, infatti, prove archeologiche della fusione del ferro in Egitto precedenti al VI secolo a.C., e il primo esempio noto dell’uso del ferro metallico risale al 3400 a.C. circa, prima dunque dell’unificazione e dell’era dei faraoni, che inizia attorno al 3.000 a.C.
L’equipe del Chiba Institute of Technology in Giappone, in collaborazione col Grand Egyptian Museum, ha lavorato proprio per gettare luce su queste zone d’ombra residuali. Le loro analisi hanno confermato una volta di più l’origine meteoritica del ferro, dal momento che il materiale sulla lama ha mostrato una struttura a tratteggio incrociato (nota come “modello Widmanstätten”) che è tipica di un ottaedrite, e cioè il più grande gruppo di meteoriti di ferro.
Le
ipotesi relative alla manifattura del pugnale sono tre: il ferro può essere stato lavorato a freddo, tagliando e lucidando il meteorite; oppure può essere stato lavorato a caldo, fondendo il ferro ad alta temepratura e colandolo poi in uno stampo; o infine potrebbe essere stato riscaldato a bassa temperatura e successivamente forgiato.UNIRE I PUNTI (NERI)
La risposta arriva da diversi punti anneriti che sono stati rintracciati sulla lama e che contenevano cloro, calcio, zinco e zolfo. Ed è proprio la bassa quantità di zolfo rinvenuta nelle macchie nere che ha spinto gli studiosi a concludere che il ferro del pugnale deve essere stato forgiato a freddo, sfruttando quindi una temperatura relativamente bassa (inferiore a 950°C).
anche l’origine del pugnale sembra essere ormai una questione più chiara. A differenza degli altri manufatti in ferro del corredo funebre, tutti piuttosto rozzi, il pugnale presenta invece una realizzazione particolarmente meticolosa e rifinita. Se il ferro con cui è stato realizzato viene dallo spazio, il pugnale stesso sembra proprio avere un’origine esterna: nella corrispondenza diplomatica infatti è menzionato proprio un pugnale con lama di ferro e un’elsa d’oro con intarsi di lapislazzuli. Si tratterebbe quindi di un regalo, e ad inviarlo sarebbe stato il re di Mitanni. Ma il destinatario iniziale sarebbe stato Amenhotep III, ovvero il nonno di Tuankhamon, da cui il giovane faraone poi lo avrebbe ereditato.
Lo studio del Chiba Institute of Technology offre un’ulteriore conferma di questa ricostruzione: le pietre preziose che decorano l’elsa dorata sono state infatti attaccate alla stessa impiegando intonaco di calce, una tecnica che era in uso a Mitanni, mentre gli egizi preferivano invece l’intonaco di gesso.