Stasera Carla Fracci torna a danzare
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Carla Fracci, a 81 anni, torna in scena: lo fa all’auditorium del Museo del Violino di Cremona, la sua città il 30 settembre. “Cremona e il suo territorio sono nel mio cuore, perché ho vissuto qui vicino da sfollata a Volongo – spiega l’etoile in un’intervista al giornale La Provincia, che sarà pubblicata domani, e che fornisce un’anticipazione -. L’idea di questo omaggio al grande Stradivari nasce dall’incontro con il maestro Roberto Codazzi che ha mi offerto la straordinaria opportunità di collaborare con l’eccellente violinista Anna Tifo all’Auditorium Arvedi del Museo del Violino. Sono state le sensazioni suscitate dalle note di Bach, Berio, Ysaÿe a guidare me e mio marito, Beppe Menegatti, che firma lo spettacolo. E’ una creazione nata per affastellamenti che mi hanno riportato ad Alda Merini e alla follia, a Dostoevskij e alla violenza con un riferimento a quella sulle donne e alla loro forza di ribellione che io, e la brava Ambeta Toromani, consegneremo al pubblico condivisa dalle nostre emozioni”. Carla Fracci giudica impagabile l’epoca d’oro dei grandi coreografi e dei grandi maestri come Petit Robbins Mac Millan: “Hanno segnato la storia della danza di questo ultimo secolo, è quel tessuto importante sul quale oggi giovani e valenti coreografi creano le loro opere. Grazie a questi grandi coreografi, la danza classica è ancora ricreabile e appassiona il pubblico e quella contemporanea nemmeno potrebbe esistere”. Ma chiudono teatri e grandi compagnie, le è stato fatto osservare. “Però le piccole realtà come Cremona – osserva continuano a investire con successo sulla danza. Le piccole realtà investono molto nella danza anche perché sono sostenute da un importante rete di scuole di danza che formano un numeroso pubblico. In più sanno mirare bene le loro risorse investendole in grandi nomi internazionali della coreografia che spesso portano spettacoli che nemmeno passano nelle grandi città. Ciò aiuta a formare un pubblico sempre più numeroso e competente. E Cremona con il Teatro Ponchielli ne è un esempio luminoso
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