Startup cinese costruirà una smart city governata dall’intelligenza artificiale
Si chiamerà AI City Cloud Valley e sorgerà a Chongqing, in Cina, la prima città gestita interamente da algoritmi
Si chiamerà AI Cloud Valley e sorgerà a Chongqing, nella Cina sud-occidentale, la prima città interamente governata dall’intelligenza artificiale. Il suggestivo progetto è stato presentato a dicembre dalla startup cinese Terminus Group al Web summit di Lisbona. Partner dell’iniziativa sarà lo studio di architettura danese Big.
Cloud Valley, la città dell’intelligenza artificiale
Come sarà AI City Cloud Valley, la città del futuro? A spiegarlo con un’immagine fortemente evocativa è stato l’amministratore delegato di Terminus Group, Victor Ai, il cui cognome non poteva essere più idoneo al suo settore di interesse. Ai ha detto: “Immaginatevi una versione in grande dell’iPhone”.
Qualcosa si può fantasticare osservando i bozzetti apparsi su Twitter, nei quali si vedono robot passeggiare assieme agli umani e morbide architetture integrate nel verde.
Sarà dunque una smart city estremamente avanzata, in cui una fitta serie di sensori distribuiti in ogni angolo raccoglieranno tramite sistemi Wi-Fi un ingente numero di informazioni e dati. Questi saranno poi rielaborati dagli algoritmi che manterranno in funzione i servizi, gestiranno tutti i sistemi automatizzati e soprattutto elaboreranno risposte ad hoc per le esigenze di ciascun abitante.
Lo sviluppo del progetto
Il progetto AI City Cloud Valley è stato concepito nell’aprile del 2020, presentato a Pechino a settembre e all’attenzione della stampa mondiale a dicembre.
L’ecosistema digitale della smart city si baserà sull’interconnessione e l’uso dei dati attraverso nuove tecnologie come 5G, intelligenza artificiale e IoT. Per la realizzazione del progetto, Terminus ha collaborato con più di quaranta aziende tecnologiche cinesi: fornitori di sistemi digitali, laboratori di intelligenza artificiale, produttori di beni di consumo, piattaforme di live streaming e produttori di dispositivi tecnologici.
Terminus Group prevede di costruire una smart city che si estenderà su una superficie di ben 4 milioni di metri quadri, e di collocare lì la sua sede aziendale.
Come funzionerà Cloud Valley
Bjarke Ingels è il fondatore di Big, azienda danese partner del progetto. E si è espresso anche lui con una battuta. “Chi arriverà per la prima volta nell’AI City”, ha dichiarato, “troverà un barista che saprà già cosa preparargli”.
E sarà un robot a servire da bere. Così come, nella città governata dall’intelligenza artificiale, le sedie si risistemeranno da sole dopo una riunione, e le finestre delle abitazioni si spalancheranno da sé nelle giornate di pieno sole.
Rientrando a casa si verrà riconosciuti e la porta si aprirà senza bisogno di chiavi, un robot selezionerà gli ingredienti per la colazione, proporrà gli indumenti adeguati alle condizioni climatiche ed elencherà gli impegni e gli appuntamenti quotidiani.
La città dovrebbe essere allestita in soli tre anni. Secondo il governo di Pechino, in Cina nel futuro prossimo saranno costruite 500 città smart basate sugli algoritmi.
Un’idea da esportare
I vertici di Terminus hanno dichiarato: “La nostra visione è quella di creare una piattaforma che chiuda il divario tra AI e internet delle cose, in anticipo su quella che conosciamo come economia dell’intelligenza”. E non negano che per le smart city “il potenziale di mercato è enorme”.
Non è dunque un caso che la stessa Terminus abbia già un accordo con Dubai per la prossima Esposizione Universale. Dove, spiega la startup cinese, saranno piazzati “centocinquanta robot nei padiglioni e nelle aree pubbliche, tra cui robot di pattugliamento, di accoglienza, guide e fattorini automatizzati”.
Il progetto finale, non nascosto da Terminus Group, è quello di “creare la prima AI City in Medio Oriente”.
Le città governate dall’intelligenza artificiale e il problema della privacy
Le città automatizzate grazie all’AI portano con sé indubbi benefici. Che riguardano l’ottimizzazione del tempo e la comodità, ma anche la risoluzione di annosi problemi come l’inquinamento e la criminalità.
Di contro, è intuitivo come il prezzo da pagare sarà altissimo in termini di continua violazione della propria privacy. Anche se è più corretto parlare di intrusione.
Tra le prime persone a sollevare dubbi su Cloud Valley c’è Eva Blum-Dumontet, ricercatrice senior del gruppo di difesa britannico Privacy International, secondo cui le città intelligenti rischiano di diventare una minaccia per i diritti umani se le aziende e i governi non adottano misure per limitare la sorveglianza e garantire l’inclusività.
“Dobbiamo ad esempio chiederci” ha dichiarato Eva Blum-Dumonet “come la città influenzerà le persone che potrebbero non essere tecnologicamente avanzate”.
Una delle grandi sfide delle città del futuro sarà dunque quella di trovare un giusto equilibrio tra approccio smart, sicurezza, tutela della libertà personale e democraticità.