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Riacquista l’udito e si libera dal tumore: l’intervento con elettrodo

Eccezionale intervento a Torino: grazie a una maratona chirurgica durata ben 10 ore, all’impiego di un device e al posizionamento di un elettrodo nel cervello, una donna sorda da entrambe le orecchie e con un tumore del nervo vestibolare ha ritrovato l‘udito e la salute. A darne notizia sono stati i chirurghi dell’ospedale Molinette di Torino, che parlando di “un miglioramento straordinario”.Un approccio complesso, il loro, che ha consentito un risultato unico – secondo i sanitari – a livello globale. Ma soprattutto mette in luce tutte le potenzialità di una tecnica innovativa: la stimolazione bilaterale elettrica bimodale, per ripristinare l‘udito perduto. Ma facciamo un passo indietro.

Quando la donna aveva 25 anni, è stata colpita da una otosclerosi all’orecchio destro che è evoluta molto rapidamente. Risultato? Da tempo la paziente non riusciva più a percepire le parole, neppure utilizzando le protesi acustiche, nonostante un intervento per cercare di migliorare l’udito.Poi è arrivato il tumore: una formazione benigna del nervo vestibolare sull’altro orecchio di sinistra, noto come neurinoma dell’acustico, in fase di accrescimento. Intense vertigini e un ulteriore aggravamento hanno comportato, per la paziente, l’evoluzione in una sordità completa.

Cosa fare? La donna ha subito un’operazione per il posizionamento di un impianto cocleare a destra. A eseguirla il professor Andrea Canale, della Otorinolaringoiatria universitaria dell’ospedale Molinette, prima del lungo e delicato intervento neurochirurgico, effettuato dal dottor Francesco Zenga, che ha rimosso il tumore a carico del nervo acustico.Vista la sordità e la presenza dell’impianto cocleare a destra, e poiché il nervo acustico sinistro era stato inevitabilmente asportato con il tumore, durante il medesimo intervento Zenga e gli otorinolaringoiatri Roberto Albera ed Andrea Canale hanno deciso di impiantare anche un dispositivo (elettrodo) che stimola direttamente i nuclei cocleari dentro il cervello (in gergo tecnico ABI – Auditory Brainstem Implants).L’intervento “è stato portato a termine con successo anche grazie alla collaborazione in sala operatoria della neurofisiologa Carola Junemann, che insieme al neurochirurgo, ha definito la posizione esatta in cui posizionare l’elettrodo”, spiegano da Torino.

Ora la paziente può sostenere conversazioni normali e ha notato un miglioramento significativo anche nel suo equilibrio. Il tutto grazie alla stimolazione uditiva elettrica di entrambe le orecchie: da un lato l’impianto cocleare, dall’altro l’elettrodo. Per gli specialisti di Torino si tratta di un risultato che non era stato descritto prima in letteratura: “Un unicum a livello globale”.