Ratzinger, l’arcivescovo Ganswein: “Tanta aggressività per distruggerlo”
La lettera di Benedetto XVI, relativa al caso degli abusi sessuali compiuti su minori tra il 1945 e il 2019 a Monaco, continua a scuotere il mondo cristiano. Per il segretario personale del papa emerito, l’arcivescovo Georg Gänswein, “c’è una corrente che vuole proprio distruggerne la persona e l’operato, che non ha mai amato la sua persona, la sua teologia, il suo Pontificato”. Secondo il monsignore, con lo scandalo abusi in Germania “c’è un’occasione ideale di fare i conti, come la ricerca di una damnatio memoriae. E molti purtroppo si lasciano ingannare da questo attacco vile, c’è tanto fango”.
Papa Ratzinger afferma: “mi colpisce sempre più fortemente che giorno dopo giorno la Chiesa ponga all’inizio della celebrazione della Santa Messa – nella quale il Signore ci dona la sua Parola e se stesso – la confessione della nostra colpa e la richiesta di perdono. Preghiamo il Dio vivente pubblicamente di perdonare la nostra colpa, la nostra grande e grandissima colpa. È chiaro che la parola ‘grandissima’ – scrive ancora il Papa emerito – non si riferisce allo stesso modo a ogni giorno, a ogni singolo giorno. Ma ogni giorno – sottolinea – mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa. E mi dice in modo consolante che per quanto grande possa essere oggi la mia colpa, il Signore mi perdona, se con sincerità mi lascio scrutare da Lui e sono realmente disposto al cambiamento di me stesso”.
Ratzinger nella lettera parla di “grandissima colpa” per chi commette abusi ma anche per chi non li affronta. Negli incontri con le vittime “ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade”.
“Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato”. Il Papa emerito torna a chiedere “perdono”, a nome della Chiesa, considerati gli importanti ruoli che lui stesso ha ricoperto, per gli abusi commessi dal clero. Nella lettera a commento del rapporto sulla pedofilia nella diocesi di Monaco ricorda i suoi incontri con le vittime nei viaggi apostolici da Pontefice e scrive: “Come in quegli incontri, ancora una volta posso solo esprimere nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali la mia profonda vergogna, il mio grande dolore e la mia sincera domanda di perdono. Ogni singolo caso di abuso è terribile e irreparabile. Alle vittime va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso”.
“Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo” aggiunge Benedetto XVI spiegando il lavoro “gigantesco” sulla elaborazione della sua memoria di 82 pagine per lo studio legale di Monaco. “Alle risposte alle domande postemi dallo studio legale – scrive il Papa emerito -, si aggiungeva la lettura e l’analisi di quasi 8.000 pagine di atti in formato digitale”. Vari collaboratori lo hanno aiutato a studiare e ad analizzare la perizia.