Putin, la nuova strategia per vincere con il “freddo”. Il sindaco di Kiev: «Apocalisse d’inverno»
Apocalisse d’inverno (Winter Apocalypse) così il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha descritto il pericolo che corre la capitale ucraina all’inizio del primo dicembre sotto assedio dalle forze russe. Gli ultimi attacchi russi su vasta scala sono stati rivolti contro le infrastrutture chiave per la produzione e distribuzione elettrica. Nel paese in queste ore si moltiplicano i blackout in tutta la nazione, mettendo a rischio l’operatività degli ospedali e il riscaldamento nelle case. Con l’arrivo del freddo insomma la strategia del Cremlino è chiara: utilizzare il “generale inverno” come alleato, per fiaccare la popolazione civile del nemico e rafforzare il controllo sui territori già conquistati.
Attacco all’infrastruttura elettrica
L’ultimo attacco su vasta scala ha colpito diversi punti strategici della rete di distribuzione di energia elettrica, già provata dalle condizioni meteo avverse: gelo, pioggia e neve stanno causando formazioni di ghiaccio e danneggiamento di cavi elettrici. Su Twitter l’operatore dell’energia Ukrenergo comunica che c’è «Una significativa carenza di elettricità nel sistema e in mattinata in diverse regioni sono in corso blackout di emergenza». La situazione più difficile rimane nelle regioni orientali colpite con un massiccio fuoco di artiglieria dai russi, scrive Ukrenergo.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la sua cittadinanza a non spendere troppa elettricità per non sovraccaricare la rete piagata dai missili russi. A soffrire anche il sistema sanitario, con ospedali e «strutture sanitarie che non sono più pienamente operative, senza carburante, acqua ed elettricità per soddisfare i bisogni di base».
Il freddo cambia la guerra
Nel frattempo il freddo mina la resistenza dell’esercito e della popolazione civile ucraina. Nella prima linea di Bakhmut, sotto l’attacco spietato dei russi, le temperetature sono scese a -11°C questo fine settimana, e nelle prossime settimane si attende anche -20 gradi.
Con i gelo e la neve la guerra cambia, le operazioni semplici richiedono molto più tempo e l’equipaggiamento diventa un fattore chiave. La copertura del fogliame è ridotta ed è necessaria la mimetizzazione bianca oltre a più razioni perché i soldati consumano più calorie. Inoltre vanno allestiti ripari da riscaldare adeguatamente in modo che i soldati possano asciugarsi se bagnati evitando congelamento e ipotermia. «L’addestramento, il morale e la leadership diventano fondamentali», afferma Ben Barry, un ex comandante dell’esercito britannico che ha prestato servizio in Bosnia con la forza di stabilizzazione postbellica della NATO durante il gelido inverno del 1995-96.
La situazione della guerra
Sebbene i movimenti sono rallentati, non è detto che l’inverno “congeli” i combattimenti. Secondo l’Institute for The Studies of War tuttavia l’inverno è buon periodo per combattere in Ucraina perchè permette di avanzare nei campi gelati, campi che in primavera diventano vere e proprie paludi di fango dove si resta impantanati.
A che punto è però l’offensiva? Secondo gli ultimi dati disponibili, i russi stanno provando a stabilizzare le difese a sud. Gli ucraini invece starebbero puntando a liberare alcune aree del settore meridionale dopo la riconquista di Kherson.
La nuova strategia: freddo e distruzione
Putin con l’arrivo dell’inverno è pronto a cambiare strategia volgendo a proprio favore le condizioni meteorologiche avverse. Il Cremlino punta ad aumentare il costo umano ed economico della guerra per l’Ucraina, bombardando le infrastrutture che permettono l’approvigionamento energetico e dunque lasciando al gelo e al buio le città. Un modo per fiaccare il morale di una popolazione già stremata doo 10 mesi di conflitto e piegare la resistenza ucraina che si è rivelata particolarmente forte fino ad oggi.
Altro aspetto che sembra essere dominante nella strategia di Putin sono i bombardmaenti di massa: se, quanto il conflitto terminerà, la Russia non riuscirà a piegare l’Ucraina il livello di distruzione sarà tale da rendere costosissima la ricostruzione a carico degli aiuti occidentali e della popolazione.