Paxlovid, il nuovo antivirale riduce anche il rischio di Long Covid
Oltre a ridurre le probabilità di ospedalizzazione e morte, l’antivirale Paxlovid diminuisce anche il rischio di sviluppare il Long Covid. È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento ‘Veterans Affairs’ degli Stati Uniti
Paxlovid è il nome commerciale del farmaco antivirale ideato e prodotto da Pfizer per contrastare il Covid-19. Il medicinale contiene due principi attivi: nirmatrelvir e rionavir. Il processo di approvazione ufficiale per l’UE è iniziato il 10 gennaio 2022; successivamente il 28 gennaio 2022 è arrivata l’approvazione condizionale da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Secondo un recente studio, condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento ‘Veterans Affairs’ degli Stati Uniti, Paxlovid non solo riduce le probabilità di ospedalizzazione e morte, ma diminuisce anche il rischio di sviluppare il Long Covid. Lo studio è stato pubblicato su ‘medRxiv’. (Clicca qui per visionarlo).
Come si è strutturata la ricerca
La ricerca ha analizzato i registri elettronici di oltre 56.000 veterani con Covid-19, inclusi più di 9.000 trattati con Paxlovid entro i primi cinque giorni dall’infezione. L’analisi ha dimostrato che le persone trattate con Paxlovid avevano un rischio ridotto del 26% di sviluppare diverse condizioni legate al Long Covid, tra cui malattie cardiache, patologie del sangue, affaticamento, malattie del fegato, malattie renali, dolore muscolare. Ma anche deterioramento neurocognitivo e mancanza di respiro. In numeri si traduce in 2-3 casi in meno di Long Covid ogni 100 persone tre mesi dopo la diagnosi. Paxlovid ha anche ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte, a seguito della forma acuta di Covid-19.
I pazienti inclusi nella ricerca presentavano un’età media di 65 anni, a cui è stato diagnosticato la positività da Covid-19 nel periodo tra il marzo e il 30 giugno 2022. Tutti i soggetti in questione avevano almeno un fattore di rischio per la progressione a una forma dell’infezione grave. Come ad esempio età avanzata, diabete o abitudine al fumo. Paxlovid ha ridotto il rischio di Long Covid sia nelle persone vaccinate che in quelle non vaccinate e sia nelle persone alla loro prima infezione Covid che quelle reinfettate.
“Questo trattamento potrebbe essere una risorsa importante per affrontare il problema del Long Covid”
“Paxlovid riduce il rischio di Covid-19 grave nella fase acuta. Ora abbiamo però anche prove che è utile anche a ridurre il rischio di Long Covid – dichiara Ziyad Al-Aly, coordinatore dello studio. Questo trattamento – aggiunge – potrebbe essere una risorsa importante per affrontare il grave problema del Long Covid”. Di sicuro serviranno nuovi studi per confermare la validità del farmaco. Le aspettative però sono davvero elevate. Di seguito, alcune considerazioni degli autori estrapolate dall’estratto della ricerca. “La totalità delle evenienze suggerisce la necessità di migliorare l’assorbimento e l’utilizzo di nirmatrelvir nella fase acuta come mezzo non solo per prevenire la progressione verso una malattia acuta grave. Ma anche per ridurre il rischio di esiti avversi post-acuti per la salute”.