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Non tutto il calcio è marcio, l’esempio di Pisacane

Periodicamente riesplode un caso calcioscommesse, con calciatori coinvolti. Capitano però anche storie belle, una è quella di Fabio Pisacane, ex giocatore Rossoblù e ora allenatore del Cagliari Primavera, all’epoca dei fatti era stopper del Lumezzane, serie C, in comproprietà con il ChievoEcco la sua storia pubblicata su La Stampa. Napoletano dei Quartieri Spagnoli “dove c’è anche gente molto onesta che lavora tutto il giorno e va a dormire con la coscienza a posto”.Pisacane ha rifiutato 50 mila euro dal direttore sportivo del Ravenna, Giorgio Buffone che tre giorni prima della partita fra Ravenna e Lumezzane, gli ha offerto quella somma di denaro per far perdere il Lumezzane.Ha raccontato Pisacane “Buffone mi dice in romanesco che con quei quattro soldi che mi passa il Lumezzane non posso pensare di sopravvivere. Mi dice che in Lega Pro bisogna arrangiarsi diversamente. Alla fine mi offre 50 mila euro per fargli vincere la partita”. Per la cronaca: cinquantamila euro erano la metà dello stipendio annuo del difensore.Pisacane confida tutto al suo allenatore, Davide Nicola: insieme vanno dal direttore sportivo e dal presidente e decidono di denunciare tutto alla Procura Federale. Il Ravenna viene punito con 7 punti di penalizzazione, Pisacane risult il migliore in campo nella gara con il Ravenna. Nel dopo gara dichiara “In questo campionato di Lega Pro ci sono un mucchio di giocatori che si sarebbero comportati esattamente come me: ne sono sicuro. Il calcio è inguaiato, ma non è tutto marcio”. Devotissimo a Padre Pio, al quale attribuisce la guarigione da una grave malattia del sistema nervoso che lo colpì nel 2001, Pisacane dichiara: “Ho fede in Dio e nel mio sogno. Un calcio pulito, dove vince chi suda di più”.Parole sante, parole vere. Dimostrano come non tutto il calcio sia malato di avidità, corruzione, cialtroneria. Nobilitano la figura di Pisacane, un giocatore da additare ad esempio e da ingaggiare subito, se è vero che incontra difficoltà a trovare una squadra. Uno, dieci, cento Pisacane».