Napoli a valanga sul Torino 4-0
Il Napoli strappa applausi anche a Torino, vince quattro a zero, e porta momentaneamente a ventuno punti il vantaggio sull’Inter seconda, in attesa del derby d’Italia e della stracittadina capitolina. La doppietta di Osimhen (21 gol in Serie A), il rigore di Kvaratskhelia e il poker di Ndombele spingono anche questa domenica il conto alla rovescia verso il terzo scudetto della storia azzurra. Nella lunga marcia verso la matematica, i quattordici-quindicimila tifosi azzurri che hanno riempito lo stadio Olimpico Grande Torino festeggiano e applaudono la banda di Spalletti che non sbaglia un colpo.RE VICTOR— Gli è sufficiente un soffio d’aria, un piccolo fazzoletto di spazio nel cuore dell’area granata, per lanciare la festa napoletana in uno stadio Olimpico Grande Torino tutto colorato d’azzurro. Gli sono sufficienti nove minuti per mostrare la corona di Re Victor, il principe dei bomber della Serie A. E’ quell’attimo in cui Osimhen, sempre lui, sembra arrampicarsi sulle spalle di Schuurs, salire più su e colpire di testa un incolpevole Milinkovic. Torino-Napoli è una sfida che parte subito in salita per la squadra di Juric, colpita in avvio, a freddo, e tradita da un paio di errori di alcuni dei suoi uomini di riferimento. Contro questo Napoli si pagano caro. Il primo è di Singo, che calibra malissimo la rimessa laterale lanciando di fatto Anguissa verso l’aria di rigore del Toro. Un attimo dopo Lozano scarica, fermato alla disperata da Rodriguez. E qui nasce il calcio d’angolo sui cui sviluppi Spalletti passa in vantaggio. La seconda disattenzione è di Linetty che dovrebbe seguire a uomo, passo-passo, Anguissa e invece si fa trovare distratto dopo l’errore di Singo. Per Osimhen è il ventesimo gol in Serie A, la ventiquattresima perla stagionale in ventinove partite.
Colpito a freddo, il Toro non si disunisce affatto. Anzi, per una ventina di minuti se la gioca, bene, con le sue armi: sette calciatori granata portano costantemente pressione nella trequarti azzurra, Ricci favorisce una buona circolazione della palla al punto che all’intervallo il possesso è equamente distribuito. La pressione granata è costante e gli uomini di Juric sfiorano almeno in tre occasioni il pari: al 22’ Meret è molto incerto su un siluro di Ricci, sulla respinta arriva Sanabria in corsa ma la sua conclusione si ferma sul palo a porta ormai libera. Un minuto dopo dall’uno-due Vojvoda-Sanabria, il kosovaro prova il tiro a giro dalla sinistra, fuori di un soffio. Poi l’occasione è ancora di Sanabria, di poco alta. Il Napoli resiste, controlla e poi riaccelera.
KVARA DI RIGORE
Il paradosso è che nel momento migliore del Toro, il Napoli trova il raddoppio e, di fatto, ipoteca la vittoria grazie al colpo di uno dei suoi gioielli. Minuto 34’: Kvara si destreggia nel cuore dell’area granata quando viene colpito sul piede destro da un imprudente Linetty. L’arbitro Marchetti assegna il tiro dal dischetto che il georgiano non fallisce: dodicesimo colpo in Serie A, sedicesimo stagionale. L’emozione più bella di un Napoli sublime nel suo calcio offensivo deve però ancora arrivare. Il minuto è il sesto della ripresa, quando Di Lorenzo chiama sul palcoscenico la classe di Kvara. Il georgiano stoppa e con il tacco sfodera un assist no-look per l’accorrente Olivera, cross al volo per Osimhen che sottoporta è una sentenza. Il Napoli vola sullo zero-tre, le statistiche del nigeriano vanno riaggiornate: ventunesimo gol in Serie A, sono venticinque in stagione. Osimhen è letteralmente scatenato e al 24’ domina su Schuurs, lanciando Kvara: assist per Ndombele e poker del Napoli. Nel finale la squadra di Spalletti gioca sul velluto, per Juric è la sconfitta più pesante dei suoi due anni di gestione.