Mentre era in corso Miami Art Basel, la più importante fiere di arte contemporanea americana, nel quartiere di Wynwood si riuniva il mondo della street art – Shepard Fairey, Millo, SHOK-con per realizzare numerosi nuovi murales. Il poliedrico artista Nello Petrucci, faceva sentire la sua voce fuori dal coro, con due interventi urbani di denuncia. Nello Petrucci, da sempre impegnato a sostegno di cause umane, sociali ed etiche, già in passato aveva lanciato messaggi attraverso i suoi murales a Miami. Da ricordare l’anno scorso “Attesa” sulla complessa vicenda di Chico Forti. Quest’anno lascia un nuovo segno con “momsays” che richiama l’attenzione sulla delicata questione dell’uso facile delle armi negli Stati Uniti e “guess” che riprende la tematica affrontata da Bansky contro i brand del lusso che si appropriano indebitamente dell’arte urbana per cavalcare l’onda di popolarità. Petrucci per i suoi interventi di Street Art utilizza invece delle bombolette la tecnica dell’halftone “Considerata come immagine in “bassa definizione”, in cui i punti del retino fotografico diventano visibili ed esibiscono i vuoti e le lacune che li separano, l’immagine fotografica halftone si presta a essere presa come modello per una visione alternativa della storia e della realtà: una visione mira a scomporre il presente in frammenti e a rimontarlo in nuove configurazioni secondo il principio operativo del “montaggio” cinematografico. Ecco che quindi la formazione e l’attitudine del regista di Nello Petrucci ritorna anche nella poetica dello street artist. “ afferma Chiara Canali nel catalogo della mostra Profili realizzata la scorsa estate a Venezia e promossa da Contemply Art & Investement. |
BIOGRAFIA Nello Petrucci (1981-) è un artista e film-maker italiano, vive e lavora tra Pompei e New York. Ha studiato cinematografia a Roma presso la N.U.C.T; laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Scenografia. Ha lavorato con registi come: Martin Scorsese, Ari Taub, Manetti Bros, Antonio Capuano. Le opere di Petrucci sono fortemente influenzate dal cinema, in particolare dalle locandine cinematografiche che vengono rivisitate dall’artista come lasciti di memoria storica in cui passato e presente convivono. E’il primo artista italiano a esporre al Word Trade Center di New York con l’opera permanente “The essence of Lightness” (2018) insieme a street artisti di fama mondiale come Ron English, WhlsBe, Lauren YS, Layercake ecc… Sensibile alle tematiche ambientali e sociali cui ha dedicato lavori come: “Plastic River” un’installazione pubblica raffigurante una balena colma di rifiuti. Ha esposto al Palazzo Gravina di Napoli, all’Archivio Centrale di Stato di Roma, al Parco archeologico degli scavi di Pompei, all’Ambasciata Americana di Roma nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore Napoli e in diverse gallerie in Italia e New York. Una sua opera è presente al Museo del Enslallido social a Santiago del Cile.Ha realizzato diverse sculture open air di cui: “Margine”, a Torre Fossa Lo Papa, Punta Campanella. Trame”, nell’ Arsenale di Venezia, inserendosi nella prestigiosa collezione dello “Spazio Tethis” insieme a Michelangelo Pitoletto, Jean Fabre, Beverly Pepper ecc. Ha realizzato vari progetti cinematografici indipendenti, da cortometraggi a videoarte, ricevendo numerosi premi. Con il suo ultimo lavoro: “L’ultimo whisky con il cappellaio matto” (2020) ottiene la nomination al “globo d’oro” come miglior cortometraggio.Più che alla componente estetica dell’opera Petrucci guarda al valore etico che essa comunica, per un’arte che sia espressione di una rivoluzione interiore e impegno sociale, utilizzando proprio la strada come veicolo. Spesso il suo nome viene associato alla street art.Fra i lavori di street art sparsi un po’ per il mondo ricordiamo: “Sweet home” (2020), considerata tra le nove opere più significative al mondo nel periodo della pandemia. “La mano de Dios”, “Red Zone”, “Maschere” “Restiamo Umani”, “Imago” a Castellammare di Stabia, “Sad Generation” Venezia, Distant Destination” a Barcellona. “Attese” il suo ultimo lavoro a Miami dedicato a Chico Forti.La sua tecnica si basa sulla stampa (halftone su carta) i lavori di Petrucci sono scenografici ed impattanti nel pieno rispetto dell’eco sostenibilità e della tutela delle location scelte per i suoi interventi, definito “lo streetartist gentile”.E’ il direttore artistico del Pompei Street festival, e Stabiae Street (festival internazionali di arte urbana) invitando a Pompei artisti della street art da tutto il mondo, da C215 a MCity, Francisco Bosoletti, Ledania, Gianpiero, MrKas ecc. Il suo impegno nel sociale porta una nuova sfida interessante: “Social Vision” un progetto che comprende diversi interventi per la comunità, e con la comunità, inserendo l’arte come unico denominatore … L’arte come forma di cambiamento ed evoluzione sociale.“Credo fortemente nel potere dell’arte, e di ciò che può fare attraverso la connessione di persone…”
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