MATRIX, LA REGISTA LANA WACHOWSKI: “È STATO DIFFICILE VIVERE SENZA CINEMA”
Arrivato da poco al cinema, Matrix 4 non ha convinto la critica, e ha diviso i fan. Il sequel della celebre trilogia, così come molte altre pellicole, ha dovuto faticare molto per arrivare al cinema nel 2021, ma ce l’ha fatta. Proprio la sua regista Lana Wachowski ha recentemente parlato del momento difficile che vivono le sale cinematrografiche.
Wachowski ha approfondito il suo rapporto con la settima arte, soprattutto in relazione al grande schermo, e ha condiviso paure e speranze maturate dopo gli ultimi due anni di pandemia. “È stato difficile vivere senza cinema e vedercelo togliere dalle mani e chiudere” ha detto a The Hollywood Reporter. “È stato complicato perché il sogno collettivo che cresce all’interno di questi luoghi è il modo in cui immaginiamo futuri diversi, vite differenti, possibilità nuove, diversi tipi di speranza e diversi tipi di amore. Nella mia esistenza, non sempre ho creduto in questo mondo. Non credevo di poter essere una regista di Hollywood. Non credevo di poter essere una regista di Hollywood trans. Il solo atto dell’immaginare un risultato diverso per quel tipo di film mi ha permesso di pensare a un differente risultato per la mia vita, e spero che in futuro si potrà tornare a fare film in questo modo, come questa sera, e sederci fianco a fianco di nuovo, e immaginare tutti insieme un futuro diverso dal presente in cui viviamo adesso. Forse inizia tutto stasera.”
Parole di amore per il cinema, le sue, ma anche di speranza per un futuro migliore. Perché quella del cinema è un’esperienza di cui nessuno dovrebbe essere privato. “Amo il cinema e ci sono cresciuta” ha aggiunto Lana Wachowski. “Il ricordo migliore della mia infanzia è il giorno in cui la mia famiglia si è presa un giorno libero da scuola e siamo corsi tutti al cinema per vedere quanti più film è possibile guardare in un solo giorno. Nella mia intera esistenza, il cinema mi ha sostenuta. Quando andavo al liceo e mi facevo domande sulla mia identità, correvo al cinema per l’esperienza dei popcorn, dei pavimenti appiccicosi e [guardavo] un film di kung fu, e a quel punto sentivo che tutto sarebbe andato bene.” E, alla fine, così è stato.