Manovra da 32 miliardi, taglio del 3% del cuneo fiscale per i redditi bassi
Tecnici al lavoro. Cdm nel pomeriggio. Salvini: ‘C’è accordo su tutto’. Durigon, per pensioni quota ponte 41+62. Limature fino all’ultimo
Taglio del cuneo rafforzato fino a 3 punti per i redditi bassi, superamento della legge Fornero con una soluzione ‘ponte’ che vincola quota 41 al paletto dei 62 anni di età, una stretta sul reddito di cittadinanza per la quale si valuta anche il possibile taglio dell’assegno.
Tra punti fermi e misure che saranno limate fino all’ultimo momento la manovra prende forma e si prepara al varo atteso nelle prossime ore in consiglio dei ministri. Una legge di bilancio che va verso i 32 miliardi, di cui i due terzi (21 miliardi in deficit) destinati tutti all’emergenza energia.
Sulle altre misure pende la scure delle coperture finanziarie, da trovare nello stesso settore di intervento. Un incastro non facile, cui si aggiungono i tempi strettissimi. Il consiglio dei ministri è convocato nel pomeriggio, intorno alle 17,e non si esclude che venga anticipato da una riunione tecnico-politica per ultimare il pacchetto di misure, che potrebbero essere definite nel dettaglio anche dopo il varo della manovra che arriverà insieme al Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles.
“Ogni misura che si inserisce deve avere copertura del Mef. La situazione è molto complicata”, ammette il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari, che però esclude tensioni e fibrillazioni nella maggioranza. Un clima confermato anche dal vicepremier leghista Matteo Salvini che annuncia: “C’è assolutamente accordo su tutta la manovra, stiamo lavorando anche su altri dettagli. Se riuscissimo ad azzerare l’Iva sui beni di prima necessità e infanzia sarebbe un bel segnale”. Proprio sull’Iva la quadra non sarebbe ancora stata trovata. L’ipotesi di azzerarla o ridurla su pane, pasta e latte era emersa dopo il vertice di governo di venerdì. Guardano con favore all’intervento Lega e Forza Italia. Però la misura, che costerebbe quasi mezzo miliardo ma che secondo i consumatori porterebbe nelle tasche dei cittadini un beneficio di soli 21 euro, sarebbe ancora oggetto di valutazione. Potrebbe restare sui prodotti di prima infanzia. Si ragiona anche sulla stretta (con la quale si cercano risorse per 1,5-2 miliardi) al Reddito di cittadinanza: sul come si sta ancora discutendo in queste ore, spiega il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, assicurando che l’aiuto resterà per i poveri, magari avviando una lotta ai furbetti del reddito. Per il resto, non sarà a vita e l’idea è di toglierlo agli occupabili con una fase transitoria di sei mesi: ci sarebbe un ragionamento in corso anche sulla possibile riduzione dell’assegno.
Tra le certezze, oltre al pacchetto dedicato all’energia (che conterrà quasi sicuramente sconto benzina e crediti di imposta rafforzati per le imprese), per il cuneo fiscale si va verso una replica del taglio di 2 punti introdotto dal governo Draghi per i redditi fino a 35mila euro, mentre il taglio sarà incrementato a 3 punti per le fasce più fragili, con reddito inferiore a 20mila euro. Resta da capire a chi andrà il beneficio: Confindustria aveva chiesto un terzo alle imprese; ma Fazzolari assicura, sarà “tutto a sostegno del lavoratore”. Per le pensioni la formula trovata per superare la legge Fornero è “41 + 62”, una soluzione ponte, spiega Durigon, per dedicare l’anno prossimo a mettere in piedi una “riforma pensionistica complessiva” insieme alle parti sociali. Sulla flat tax resterebbe confermato l’aumento della soglia (da 65 a 85mila euro) per autonomi e partite Iva, mentre sembra perdere quota l’ipotesi di introdurre anche una flat tax incrementale. Nella tanto voluta ‘tregua fiscale’ rimarrebbe l’azzeramento delle cartelle sotto i mille euro, mentre è accantonato lo scudo fiscale per i capitali all’estero. Per le famiglie si pensa ad incrementare l’assegno unico e ad un intervento sui congedi parentali. Dopo la green web tax sulle consegne spunta la tassa sui giochi, ma l’ipotesi non trova conferme. Sicura invece la rimodulazione degli extraprofitti, anche se manca ancora la soluzione definitiva. L’idea è di basare il calcolo sugli utili e di alzare la tassa dal 25%: si studia una forchetta tra il 30 e il 33% e la scelta dipenderebbe dalla decisione che verrà presa sul taglio dell’Iva. E in vista dell’aumento da gennaio delle multe Salvini si attiva per bloccarlo e non esclude che il veicolo possa essere proprio la manovra.