Lo studio: «Rischi di miocardite più alti nei ragazzi dopo due dosi»
Maxi ricerca nei Paesi nordici su oltre 23 milioni di persone. Nei maschi tra i 16 e i 24 anni, l’effetto avverso è molto più comune tra gli inoculati con Pfizer e Moderna che tra i non vaccinati che hanno contratto il Covid.Nei giovani nordici dai 16 ai 24 anni, il rischio di miocardite è risultato molto più alto nei maschi e dopo la seconda dose di vaccino anti Covid. Gli episodi in eccesso, in 28 giorni di osservazione, sono stati tra 4 e 7 per 100.000 vaccinati con Pfizer, tra 9 e 28 per 100.000 in coloro che avevano ricevuto Moderna.
Nei maschi di questa fascia di età, sottoposti a vaccinazione eterologa con due farmaci diversi in prima e seconda dose, si erano verificati addirittura 17 casi di miocardite su 100.000, con un numero di 27,5 eventi in eccesso che hanno richiesto l’ospedalizzazione. Le miocarditi da Covid risultavano, invece, appena 1,37 casi in più.
È questo l’allarmante risultato di un imponente studio di coorte condotto su 23,1 milioni di residenti in quattro Paesi nordici e appena pubblicato su Jama Network dell’American medical association, rete di riviste mediche e biomediche specializzate.
Gli autori sono studiosi di alto livello, come Øystein Karlstad dell’Istituto norvegese di sanità pubblica, esperto in farmacoepidemiologia; l’epidemiologo danese Anders Husby; Hanna Nohynek, responsabile dell’unità di controllo delle malattie infettive e vaccini dell’Istituto nazionale per la salute e il benessere di Helsinki, in Finlandia; l’epidemiologo Rickard Ljung presso l’Agenzia svedese per i prodotti medici.
L’indagine, compiuta in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia utilizzando i registri sanitari nazionali riferiti a 23.122.522 persone over 12 (metà delle quali di sesso femminile) e per l’81% vaccinate, seguite dal 27 dicembre 2020 al 5 ottobre 2021, ha evidenziato 1.077 episodi di miocardite e 1.149 di pericardite.
Nessuno dei partecipanti aveva avuto problemi al cuore, segnalati ambulatorialmente o per ricoveri ospedalieri, dal 1 gennaio 2017 al 26 dicembre 2020. La miocardite è un’infiammazione del tessuto muscolare del cuore (miocardio) che, a differenza della maggior parte delle cardiopatie, tende a colpire più spesso i giovani. La pericardite è un’infiammazione del pericardio, membrana che protegge e riveste il cuore.
I Paesi nordici hanno usato principalmente i due vaccini anti Covid a Rna messaggero, Bnt162b2 (di Pfizer) e Mrna-1273 (di Moderna). Dall’indagine emerge che il rischio di miocardite era maggiore entro 28 giorni dalla vaccinazione sia con Pfizer, sia con Moderna rispetto all’essere non vaccinati, e dopo la seconda dose di vaccino rispetto alla prima dose. Rischio più elevato, dopo il vaccino, tra i maschi di età 16 – 24 anni.
La durata media della degenza ospedaliera per miocarditi è stata di 4-5 giorni sia per i pazienti non vaccinati, sia per quelli vaccinati. Lo studio riporta anche i dati relativi alle miocarditi dopo l’infezione dal Covid, più alti nei gruppi di età più avanzata ma che nei maschi di fascia 16-24 sono stati di solo 1,37 casi in eccesso per 100.000. Ben al di sotto degli episodi conseguenti alla vaccinazione.
I ricercatori sottolineano che l’alto numero di reazioni avverse sul cuore è stato registrato in popolazioni del Nord, quindi non escludono che «in altri contesti, l’incidenza di fondo di miocardite e pericardite e i rischi a seguito della vaccinazione possono differire».
Di fatto, questo ampio studio documenta tassi di incidenza di infiammazioni cardiache nei giovani che si sono vaccinati, tali da richiedere maggiori, urgenti approfondimenti. Inutile e dannoso è nascondere la gravità del problema, come si continua a fare in Italia. Il rapporto annuale dell’Aifa sulla farmacovigilanza, a febbraio affermava che «il rischio di miocardite e pericardite dopo vaccini a mRna è molto raro».
Pasquale Marchione, dell’ufficio gestione dei segnali dell’Aifa, sostiene che le miocarditi e pericarditi colpiscono adolescenti e giovani adulti nella popolazione sana con una certa frequenza, ma non è una spiegazione che convince. Non si capisce perché si debbano moltiplicare i casi con vaccinazioni indiscriminate.
Secondo Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatra (Sip), «il rischio di sviluppare una miocardite è di gran lunga superiore con l’infezione» da Covid «rispetto alla vaccinazione». A detta di Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, «il rischio di miocardite o di pericardite è trenta volte superiore se ci si infetta con Sars-CoV-2 rispetto alla vaccinazione».
Anche Furio Colivicchi, presidente dell’Associazione medici cardiologi ospedalieri (Anmco), ha dichiarato che il rischio in seguito a vaccinazione anti Covid «è estremamente più basso rispetto a sviluppare la miocardite se si contrae l’infezione».
Citano sempre studi che confermerebbero le loro posizioni, però il pericolo di problemi al cuore nei giovani non viene sottovalutato da nessun ricercatore. Lo conferma l’ampia indagine condotta in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia.