L’Italia stavolta fa una figuraccia: la Germania domina e ne segna cinque.
Azzurri travolti dai gol di Kimmich, Gundogan su rigore, Muller e dalla doppietta di Werner. Nel finale c’è gloria per Gnonto e Bastoni.
Se si fosse giocato al Maracana, ci sarebbe stato bene un Maracanazo. A Moenchengladbach, invece, certi giochi di parole diventerebbero un po’ scurrili, ma il senso è lo stesso: disastro totale. Un’umiliazione mai vista oltre il 5-2 finale. La prima volta che la Germania ci batte in una partita da tre punti nella storia del calcio. Ritorno sulla terra o, se volete, all’Argentina di Wembley. Italia che non esiste, stanca, ferma, scombiccherata, molle, che commette un errore dopo l’altro e non ha, per una volta, il problema del gol perché il problema è difendersi. Se prende gol, crolla. Falliscono tutti, da Bastoni a Calabria a Spinazzola. Fallisce anche il c.t. Mancini che parte a 4, cambia a 3, torna a 4 nel finale inserendo Scamacca solo sullo 0-5. Idee poche e confuse, incartato da Flick. Ora il discorso – non secondario – è decifrare quale sia la vera Italia: quella delle ultime tre partite o questa di Germania e Argentina?
FLICK INTUIZIONE VINCENTE
Nel primo tempo gli azzurri sono letteralmente in balia della Germania. Non ce n’è uno che meriti la sufficienza, escluso Donnarumma. Barella ci mette l’anima, ma è impreciso. Dietro, Calabria, Mancini e Bastoni hanno tempi e misure sbagliate. Spinazzola non affonda. La squadra è lunga perché tutti gli interpreti sono fermi, probabilmente stanchi, ma non è una scusa: anche la Germania ha giocato a ripetizione. Solo che, rispetto all’andata a Bologna, è più convinta quando attacca. Meno superficiale. Ha anche cambiato approccio tattico. Il 4-2-3-1 del tabellino è molto più vario: Flick accentra Sané accanto a Muller, e fa incrociare anche l’altro esterno Hofmann, in modo che la Germania sia in superiorità in mezzo, mentre sulle fasce Klostermann (destra) e Raum (sinistra) affondano facile. Proprio Raum approfitta del vuoto di Politano e Calabria, catena che non funziona, e mette al centro: Bastoni e Cristante non arrivano e il solito Kimmich ci castiga. L’Italia subisce, tenta un pressing per 5’ minuti, ha una bella occasione con cross di Politano per la scivolata di Raspadori, ma Neuer è insuperabile.
DIFESA A TRE IN CORSA
Per fortuna è imbattibile anche Donnarumma che risponde a Hofmann, Sané (centrale) e Werner, prima di crollare al fischio del primo tempo su rigore. Grave errore di Bastoni che atterra senza motivo Hofmann in area. Gundogan non sbaglia. Prima era stata una sofferenza, con gli azzurri incapaci di costruire e squarciati dai contropiedi di Sanè versione centrale. Mancini sostituisce Politano con Luiz Felipe, decimo debuttante, per sperimentare la difesa a tre da cui era stato tentato nella rifinitura della mattinata, e anche per seguire a uomo (invano) Sané. L’Italia paga anche la differenza di fisico: davanti tre piccoletti come Politano, Raspadori e Gnonto non hanno scampo contro i giganti Sule e Rudiger, e in mezzo Barella e Frattesi, le mezzali che dovevano dare profondità, sono irretite dal movimento e dal possesso di Kimmich e Gundogan, guarda caso i due cannonieri.
GNONTO E SCAMACCA
Passati dal 4-3-3 al 3-5-2, sarebbe il momento di Scamacca per creare almeno qualche problema ai difensori. Ma Mancini è nel pallone come i suoi e fa entrare Caprari per Raspadori e Scalvini, schierato pivot, per Frattesi. Dodici deb, coinvolti anche loro nel disastro. Diventa un diluvio con l’Italia che s’illude per un paio di azioni e poi crolla sotto i colpi della Germania. 3-0: azione travolgente, altro errore di Bastoni dentro le prime tre marcature, e arriva Muller. 4-0: Gnabry, dentro per Hoffman, trova Werner libero. 5-0: Donnarumma, fin lì il migliore, decide di giocare con la palla in area e innesca il 5-0 ancora di Werner. Chissà perché Gigio non vuole capirlo, ma (si) sta facendo male… Gnonto trova il 5-1 sottoporta su respinta di Neuer, poi Neuer si oppone a Dimarco, infine Bastoni di testa fa il 5-2 inutile, a partita mentalmente finita per la Germania, a meno che non serva per la differenza gol. Ma che tristezza lo stesso.