Liceo Montale, la preside Quaresima denuncia i giornali che hanno diffuso le sue informazioni personali: «Violata privacy e rispettabilità»
Per molti giorni, su ogni testata nazionale, la vita di Sabrina Quaresima è stata raccontata, analizzata, amplificata. La preside del Liceo Montale di Roma, accusata di aver avuto una relazione con uno studente dell’Istituto, è stata al centro di un battage mediatico imponente. I giornali hanno raccontato i dettagli di questa relazione, le dichiarazioni dell’alunno, alcune considerazioni di colleghi e insegnati. La relazione, però, non c’è stata, ma la preside è stata comunque oggetto di attenzioni morbose.
Se dell’alunno non si sa nulla, nonostante sia maggiorenne, della preside dell’Istituto tutto è stato pubblicato: dati personali, notizie biografiche, posizioni professionali, chat, audio, foto. Per questa sovraesposizione non voluta dalla diretta interessata, Quaresima ha deciso di denunciare 9 giornalisti, 7 direttori delle maggiori testate nazionali e ben 7 gruppi editoriali italiani. Praticamente, quasi tutta la stampa che si è interessata al caso, mostrando poca sensibilità e tatto.
Il legale della preside ha dichiarato: “Chiarita la vicenda nell’ambito della istituzione scolastica rimane aperto il tema della tutela del cittadino nei suoi diritti fondamentali della privacy e della propria rispettabilità. Per questi motivi sono state avviate le iniziative legali di tutela dei diritti gravemente lesi della dottoressa Quaresima”.
Nel caso della preside il diritto alla rispettabilità è stato spesso oscurato da una cronaca morbosa che non ha tenuto conto dei danni possibili. “La dottoressa Quaresima – spiega ancora il suo legale – è stata oggetto di una feroce caccia alle streghe: una lapidazione, una gogna pubblica dove le parole hanno sostituito le pietre utilizzate in alcuni Paesi contro le donne”. E ancora: “Questo non è diritto di cronaca, ma negazione totale alla privacy e negazione dei diritti fondamentali per un essere umano donna”.
La vicenda, bisogna ricordarlo, si è chiusa con la scelta di non sottoporre la dirigente ad alcun procedimento o provvedimento disciplinare. Per l’ispettrice dell’ufficio scolastico regionale non sono stati ravvisati elementi che possano configurare una violazione del codice disciplinare.
La giornalista Myrta Merlino, che ha scritto un libro sulle donne “Donne che sfidano la tempesta“, ha commentato amareggiata. “Audio, messaggini whatsapp, ricostruzioni, virgolettati. Nessun reato, nessuna notizia, solo gogna. Scavare nel privato delle donne è un costume consolidato. Nulla di nuovo, tutto molto triste”.