Laureati “invitati” a fare i medici di famiglia
Ai medici “in quiescenza”, così come ai veterinari e ai sanitari, potranno invece essere affidati incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, non però più lunghi di sei mesi
L’emergenza sanitaria è predominante nel Milleproroghe, non solo sul fronte della giustizia tributaria. Per far fronte alla carenza di medici si interviene con un nuovo “invito”, ai laureati in medicina e chirurgia abilitati, ad assumere incarichi provvisori o di sostituzione di medici di medicina generale. Una possibilità che potrà durare fino al 31 dicembre 2022.
Stessa estensione temporale per la chance, rivolta a laureati in medicina e chirurgia abilitati, iscritti a un corso di formazione di medicina generale, di concorrere agli incarichi oggetto della convenzione con il servizio sanitario nazionale. Ma non solo, arriva una proroga di tre mesi, fino al 31 marzo 2022, per far tornare al lavoro i medici in pensione.
In sostanza, ai medici “in quiescenza”, così come ai veterinari e ai sanitari potranno essere affidati incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, non però più lunghi di sei mesi. Il tutto con la possibilità di superare i limiti previsti per la spesa del personale.
Più tempo alle Pa per arruolare personale
Il Dl concede un anno in più di tempo (fino al 31 dicembre 2022) alle Pubbliche amministrazioni per procedere alle assunzioni in base alle risorse già stanziate (interessati anche forze di polizia, vigili del fuoco e agenzie fiscali). Un anno in più a disposizione anche per i concorsi del ministero dell’Economia e dello Sviluppo economico, mentre per quelli in forze armate, polizia, vigili del fuoco e per il personale penitenziario il rinvio concesso è fino al 31 marzo 2022.
Per tutto il prossimo anno gli uffici giudiziari potranno avvalersi del personale dei Comuni sulla base di accordi o convenzioni sottoscritti in sede locale. Per garantire il funzionamento del sistema giudiziario è prorogato il divieto di assegnazione del personale dell’amministrazione della giustizia ad altre amministrazioni.
Fissato poi il termine di 120 giorni dall’erogazione dei servizi entro cui gli enti termali possono chiedere il rimborso del bonus terme fruito dagli utenti.
Cosa manca sul fronte ammortizzatori sociali
Sul fronte degli ammortizzatori sociali, invece, spiccano le assenze. Rispetto alla bozza del provvedimento, nella versione definitiva non c’è la concessione di altre 26 settimane di cassa integrazione in favore di aziende con almeno mille dipendenti e almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale.
Non sono nemmeno stati previsti ulteriori interventi di integrazione salariale di tipo emergenziale in favore del settore turistico, auspicati nei giorni scorsi dalle parti sociali a fronte del peggioramento dei contagi da Covid-19. Gli strumenti a disposizione del settore si esauriscono oggi.