La peste suina è a Roma, colpito un cinghiale. Scatta l’allarme: nella provincia sono più di 20mila
La peste suina africana è arrivata a Roma: il primo esemplare contagiato è un cinghiale ed è allarme per la diffusione degli ungulati anche in zone a ridosso del centro. Secondo la Coldiretti, infatti, nella provincia di Roma sarebbero oltre 20mila.
Finora casi di peste suina – che colpisce maiali e cinghiali – erano stati rilevati tra la provincia di Genova e il Piemonte. II caso romano è stato individuato nei pressi del parco dell’Insugherata, zona nord-ovest della Capitale. Lo ha affermato il commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Ferrari, in una dichiarazione pubblicata dal sito dell’Ansa.
Il caso di peste suina africana in un cinghiale è stato individuato dall’Istituto zooprofilattico del Lazio e confermato dallo Zooprofilattico Umbria e Marche, riferimento nazionale su questa malattia che colpisce solo gli animali per i quali è letale – non si trasmette all’uomo – e per la quale non esistono vaccini né cure e può rappresentare una grave minaccia per il settore degli allevamenti. Oggi è convocata la riunione del gruppo di esperti che lavora sulla Psa.
“Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini”, ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. “Abbiamo più volte evidenziato – afferma Prandini – il rischio della diffusione della Peste Suina Africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché – precisa Prandini – è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale”.
Finora la PSA è stata rilevata solo su cinghiali selvatici. Non ci sono rischi per la salute legati al consumo di carne.