La Bella Addormentata di Bart da Roma al Teatro La Fenice di Venezia
In scena dal 10 al 14 maggio al Teatro La Fenice di Venezia la Bella Addormentata creata da Jean-Guillaume Bart per il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
Dopo il fortunato debutto lo scorso febbraio al Teatro dell’Opera di Roma, per La Bella Addormentata del Teatro dell’Opera di Roma è il momento di una prima tournée, che la vedrà in scena al Teatro La Fenice di Venezia dal 10 al 14 maggio prossimi.
Tra tradizione e innovazione, tra solisti e corpo di ballo
Creata da Jean-Guillaume Bart, su invito della direttrice artistica Eleonora Abbagnato, che lo conosce dai tempi dell’Opéra parigina, questa versione della celebre fiaba recupera la partitura nella sua omogeneità e interezza, riportando il balletto a una forma più fluida e leggera.
Insieme alla coreografa assistente, Patricia Ruanne, l’autore ha lavorato così a una versione che – pur mettendo il luce i protagonisti, Aurora e il principe Désiré – esaltasse anche il corpo di ballo, non più muto commento a una storia che mette al centro due innamorati e lo scontro tra due potenti fate (Carabosse e la Fata dei Lillà), ma co-protagonista dinamico e attivo.
Gli interpreti
Non solo il corpo di ballo protagonista, però, quando gli interpreti principali portano i nomi di Claudio Cocino e Giacomo Lucci per il ruolo del Principe Désiré, e per Aurora quelli di Susanna Salvi e di Rebecca Bianchi, nominata recentemente prima ballerina. Accanto a loro, Annalisa Cianci interpreterà la perfida Carabosse, mentre sarà Marianna Suriano a proteggere la giovane coppia di protagonisti nel ruolo della Fata dei Lillà.
A interpretare per loro la celebre partitura di Tchaikovskji, l’Orchestra del Teatro La Fenice, diretta da David Coleman.
“Il balletto dei balletti”
Così Bart definisce la versione originale del balletto, creato a San Pietroburgo da Marius Petipa e da un Tchaikovskji approdato per caso alla danza, su suggestione della favola di Perrault. Un balletto cui Bart stesso è molto affezionato, poiché è “cresciuto con questo balletto”, dai ruoli come figurante alla nomina a étoile dell’Opéra parigina nel 2000 proprio dopo una recita dove interpretava il principe. Insieme all’allestimento di Aldo Buti, la coreografia ricrea una grandeur da XVIII secolo francese, senza dimenticare uno sguardo al futuro, in cui allo spettatore sia data l’occasione di seguire la narrazione come in un grande spettacolo cinematografico in cui i codici della danza siano facilmente fruibili e ancora più belli da vedere.