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La beffa per gli hotel: solo chi vive in Italia ha l’obbligo di green pass

Chiusure, licenziamenti, prenotazioni pari a zero. E ora anche il super green pass, obbligatorio per chi dorme dentro una struttura alberghiera ma non per chi da questa mattina arriva dall’Unione Europea e sbarca nei nostri aeroporti. E per carità, ben vengano le norme che facilitano gli ingressi in un momento che dire critico per il turismo è dire poco. Tuttavia, fa notare Federalberghi Roma che torna alla carica del Governo e del Comune di Roma, «se si elimina l’obbligo del super green pass per entrare in Italia dai Paesi dell’Unione Europea e diversi altri, ma poi lo si mantiene per soggiornare nei nostri hotel e per avere accesso a quasi tutti i servizi legati alla filiera turistica (treni, ristoranti, musei..) è un evidente disallineamento normativo che peparte già effettuati, in parte in vista, del personale alberghiero dopo la chiusura per Covid di oltre 350 alberghi capitolini. Chiusura che per alcuni sarà permanente perché è difficile resistere quando gli aiuti del Governo sono finiti e le risorse personali vacillano. Ora il super green passa che è obbligatorio per dormire, ma non per entrare in Italia.

«Se non si metterà subito rimedio alla distonia di disposizioni – avverto il presidente Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli – ad avvantaggiarsi sarà il Far West delle strutture ricettive che operano fuori dalle regole, la cosiddetta “shadow economy” composta da migliaia di alloggi fantasma che esercitano attività ricettiva eludendo sostanzialmente le leggi e che la nostra categoria denuncia da anni». «Ci auguriamo che sia una semplice dimenticanza -prosegue Roscioli – non possiamo e non vogliamo credere che il Governo voglia deliberatamente affossare un settore già allo stremo, con centinaia di alberghi chiusi da quasi due anni e che storicamente concorre ad alimentare il Pil nazionale in misura pari al 13%, favorendo le economie turistiche di altri Paesi».

L’appello ad intervenire al più presto su questa nuova disposizione è anche all’assessore al turismo, Alessandro Onorato, che si è fatto portavoce di recente con il Governo delle istanze del comparto in tema di licenziamenti. E proprio su questo punto insiste Federalberghi: «In un momento tragico anche per l’occupazione, in cui a causa della non accettazione dell’Ema dei loro vaccini il settore rinuncia già a 5 milioni di potenziali turisti provenienti da Sud Est asiatico, Sudamerica e Russia – tali erano secondo i nostri dati i numeri complessivi di arrivi da tali aree nel2019- non possiamo permetterci che altre disposizioni danneggino la già fragilissima economia del turismo capitolino e nazionale».

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