Inter, la miocardite costringe Erik Zanelli al pacemaker a solo 21 anni
Erik Zanelli, un giovane di 21 anni, convive con la miocardite da oltre due anni. La scoperta della sua condizione di bradicardia è avvenuta in un momento cruciale della sua carriera calcistica, proprio quando sembrava pronta a decollare. Originario di Lodrino, Zanelli era stato ingaggiato dall’Inter dopo un brillante inizio, militando nei Giovanissimi accanto a Willy Gnonto, suo coetaneo che nel frattempo conquistava la nazionale maggiore mentre Zanelli scopriva di avere questa malattia insospettabile.
Il cuore di Zanelli tende a rilassarsi durante la notte, arrivando a fermarsi per sei secondi nel sonno. Fortunatamente, grazie a un’operazione e all’impianto di un loop recorder, che monitora il battito cardiaco, è riuscito a continuare a giocare a calcio. Sebbene abbia dovuto ripartire dalla sua provincia, è diventato presto un valore aggiunto nei dilettanti grazie alle sue qualità come centrocampista. Dopo il suo approdo alla Feralpisalò, con la quale ha conquistato la promozione in Primavera 2, è stato costretto a una pausa di sei mesi, tornando poi a giocare prima a Castegnato e successivamente a Ospitaletto.
Durante la stagione attuale, Zanelli ha totalizzato 26 presenze e segnato 4 reti, contribuendo a riempire la bacheca dei club con una Coppa Italia dilettanti, una Coppa Lombardia d’Eccellenza e due promozioni in Serie D, una categoria che sembrava ancora stretta per il suo talento. Tuttavia, dopo la partita della festa promozione contro il Castiglione il 21 aprile, il cuore di Zanelli si è fermato per dieci secondi, segnalando che le tre pastiglie giornaliere non erano più sufficienti. È stata necessaria una nuova operazione, durante la quale è stato impiantato un pacemaker che gli salverà la vita, come già successo a Sonny Colbrelli e Christian Eriksen.
Mentre Eriksen ha continuato la sua carriera calcistica all’estero dopo aver lasciato l’Inter, il ciclista Colbrelli ha dovuto interrompere la sua carriera, così come in passato accadde al nuotatore Domenico Fioravanti e recentemente al fiorettista Daniele Garozzo. La medicina sportiva italiana impone regole molto rigide, al contrario di quanto avviene all’estero, dove le normative sono meno severe. Per questo motivo, Zanelli, che lavora come operaio e ha accantonato il sogno di diventare un calciatore professionista, potrebbe continuare a giocare all’estero, forse in Svizzera.
Zanelli ha dichiarato: «Però non deciderò adesso, ora non so davvero cosa fare, devo solo metabolizzare: è cambiata da un giorno all’altro la mia vita». La sua vita è salva, e questo è ciò che conta, anche se il calcio rappresentava per lui una vera e propria passione.