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Intelligenza Artificiale: “Può diventare come una pandemia o una guerra nucleare”

Nuovo e più grave allarme sulle possibili ricadute di una rapida diffusione dell’Intelligenza Artificiale. “Pone una minaccia esistenziale all’umanità e dovrebbe essere considerata un rischio sociale come le pandemie e le guerre nucleari” si legge in una lettera aperta firmata da più di 350 manager del settore e diffusa dalla no profit Center for AI Safety. Fra i firmatari, riporta il quotidiano statunitense New York Times, ci sono l’amministratore delegato di OpenAI Sam Altman, il numero uno di Google DeepMind Demis Hassabis e il leader di Anthropic Dario Amodei. Hanno firmato anche Geoffrey Hinton e Yoshua Bengio, due dei tre ricercatori che hanno vinto un Turing Award per il loro lavoro pionieristico sulle reti neurali e sono spesso considerati i “padrini” del moderno movimento dell’IA. Nel testo si aggiunge che “mitigare il rischio di estinzione” posto dall’intelligenza artificiale “dovrebbe essere una priorità”

I timori derivano principalmente dal fatto che l’intelligenza artificiale sta migliorando così rapidamente che ha già superato le prestazioni a livello umano in alcune aree e presto le supererà in altre. Secondo gli esperti la tecnologia ha mostrato capacità e comprensione avanzate, dando origine a timori che “l’intelligenza artificiale generale”, o AGI, un tipo di intelligenza artificiale che può eguagliare o superare le prestazioni a livello umano in un’ampia varietà di compiti, potrebbe non essere qualcosa di troppo remoto.

Sebbene gli esperti rimangano piuttosto sul vago in merito alle modalità con qui queste minacce potrebbero effettivamente concretizzarsi. Tuttavia alcuni dei pericoli ipotizzati sono che l’Ia raggiunga la capacità di sviluppare agenti patogeni, o di hackerare infrastrutture critiche come reti elettriche o gasdotti. L’intelligenza artificiale è una delle “tecnologie più potenti e per coglierne l’opportunità dobbiamo prima mitigarne i rischi”, ha affermato in serata la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. A fine marzo un migliaio di manager ed esperti, tra cui il fondatore di Tesla Elon Musk, avevano scritto una lettera al quotidiano Financial Times per invocare una pausa sullo sviluppo di queste tecnologie i cui potenziali rischi minacciavano di finire fuori controllo. Oggi intanto il titolo della società tecnologica Nvidia ha raggiunto a Wall Street i mille miliardi di dollari di capitalizzazione. Il gruppo ha rivisto al rialzo le stime sui ricavi per il trimestre che si chiude in luglio con il boom della domanda di chip destinati a sistemi di intelligenza artificiale.