ITALIANATURA TECNOLOGIA & SCIENZA

ILENIA, BEATRICE E LA FOTOTRAPPOLA. UN’AMICIZIA NATA FRA L’AMORE PER LA NATURA E GLI ANIMALI

Mi chiamo Ilenia Pamela De Cet, ho vent’anni e frequento il corso di Laurea di Scienze Naturali e Ambientali presso l’università degli studi di Genova. Fin da piccola ho sempre avuto la passione per la Natura e per tutte le sue creature.
Sono cresciuta in una piccola villetta circondata dagli uliveti sulle colline di Camogli, ed è proprio questo luogo che mi ha reso consapevole dei delicati equilibri della natura e della necessità di preservarla per garantire a noi stessi di essere felici su questa terra, in quanto noi siamo parte di essa, anche se troppo spesso tendiamo a dimenticarlo.
Nel 2020 mio papà ha deciso di acquistare una piccola fototrappola con l’idea di osservare gli animali che popolano i nostri boschi e magari scoprire se ai soliti si fosse aggiunta qualche nuova specie.


Si tratta di un metodo poco invasivo per monitorare la fauna selvatica di un luogo.
Implica di recarsi sul luogo prescelto, assicurare il dispositivo a un tronco o comunque a un supporto e una volta attivata, 24 ore su 24, sia di giorno che di notte la fotocamera tramite un sensore si attiva al passaggio di un qualsiasi animale e ne riprende i vari atteggiamenti.
Spesso riprendiamo scene di vita familiare, per esempio di cinghiali con i loro cuccioli oppure di caprioli con i loro piccoli al seguito, intenti a frugare in mezzo alle foglie per cercare cibo.
Abbiamo recentemente accertato la presenza degli istrici, un tempo presenti solo nel nostro entroterra ma ad oggi avanzati fino alle nostre colline.
La nostra fototrappola resta nel bosco per una media di 3 settimane e alla fine di questo arco temporale, zaino in spalla e scarponi ai piedi la andiamo a ritirare.
Ogni volta che ci mettiamo in cammino, io e papà cominciamo a fantasticare su quali animali potrebbe aver ripreso.
È veramente magico il momento in cui la stacchiamo dal tronco e guardiamo i fotogrammi perché la possibilità di ottenere riprese di qualità e di specie insolite, è veramente molto ampia.
Dopo aver dato un’occhiata rapida alle riprese, scendiamo velocemente verso casa e il lavoro procede nel mio studio.
Li carico le registrazioni sul computer e procedo con il montaggio dei filmati, disposti in ordine cronologico.


All’interno si trova il racconto delle vite degli animali del bosco, non è un racconto espresso a parole perché credo che le parole non siano abbastanza per esprimere la dolcezza e la grazia di queste creature che vivono seguendo i ritmi della natura ignare di essere segretamente spiate. Abbinare i ritmi della natura ai ritmi della musica, è ciò che ogni volta mi propongo di fare, anche se non ottengo sempre gli effetti sperati,tuttavia i propositi sono buoni e spero di migliorare ogni volta di più.

Mi chiamo Beatrice Roccatagliata, ho 49 anni e lavoro in Alfa, un’Agenzia di Regione Liguria di Genova. Alfa è l’acronimo di Agenzia per il lavoro la formazione e l’accreditamento. Vi racconto come è nata l’amicizia con Ilenia, qualcosa sulla mia persona e le mie passioni. Sono nata e vissuta a Genova da una famiglia piccolo borghese, insomma sono una genovese doc: mia madre era infermiera dell’ex Ospedale psichiatrico e mio padre, agente di commercio per un’azienda dell’entroterra ligure, che produceva articoli di illuminazione e arredobagno. Sono cresciuta per un breve periodo della mia infanzia a Quezzi, un quartiere di Genova, successivamente ci siamo trasferiti in Albaro, poi ho vissuto un breve periodo a San Rocco di Camogli nella Riviera ligure di Levante e infine sono ritornata a Genova centro, nel quartiere di Marassi. Amo i cani, ma mia madre ha preferito non prenderne, poiché temeva avrebbero gravato sulle sue già numerose responsabilità dettate dal lavoro, fisicamente e psicologicamente molto impegnativo oltre alla gestione della famiglia; peraltro interpretando un ruolo di madre e custode del focolare, visto dagli occhi di una figlia, di carattere esemplare e senza alcun supporto familiare, soprattutto con un marito come mio padre, dal carattere non esattamente collaborativo. Lo dico con cognizione di causa, poiché non avendo costruito una famiglia in senso tradizionale e non avendo avuto figli, ripensando a tutto quello che è riuscita a fare mia madre, trovo incredibile abbia gestito così tante cose contemporaneamente e bene. Ovviamente riconosco anche il giusto merito alla figura paterna di aver contribuito alla realizzazione di quello che è stato costruito dalla famiglia, ma sicuramente con un occhio più severo in termini di tempo, cura e attenzioni dedicate. Sin da bambina ho sempre provato un grande affetto per gli animali, tutti indistintamente. Sono solo i ragni a destarmi un po’ di paura, ho sempre avuto il timore di ritrovarmeli fra gli indumenti. Detto ciò, non avendo potuto avere cani, posso con soddisfazione dire di aver riversato il mio immenso affetto su quelli di mia nonna paterna. Quest’ultima di nome Ottavia, poiché ottava di nascita, viveva a Quezzi in una villetta indipendente di tre piani, con un grande sfogo esterno composto da un giardino, un bell’orto sito al primo piano vicino all’area dedicata agli animali, ove c’erano le galline, il gallo, i conigli ed i piccioni. Inutile dire che i miei grandi amori erano i 3 cani, di cui uno immancabilmente sempre della stessa razza, un pastore tedesco e sempre maschio: il mio ultimo ricordo risale a Rocky, colpito da artrosi in età avanzata e da un eczema sulla coda, Rolf il meticcio, un taglia media, bianco e nero dal carattere docile ed infine Chicco, il mio preferito di taglia medio piccola, color cappuccino, pelo raso e sicuramente il più vivace, che ogni tanto mi divertivo a solleticare con il fieno, facendolo starnutire e tirando fuori talvolta il mio dispettoso animo di bambina. Rocky, Rolf e Chicco hanno avuto tutti il privilegio di vivere liberi nel verde casalingo e non solo, godendo delle attenzioni di tutta la famiglia: di mia nonna, dei miei zii e i miei cugini all’ultimo piano e della famiglia che viveva al primo piano: Aldo, un gentile Signore disabile, sua moglie, la loro figlia ed il loro bellissimo e simpatico pastore della Brie, di cui ora mi sfugge il nome.

Dimenticavo…il fieno veniva rigorosamente fatto da mia nonna, munita di sacco di iuta, spago e falce, che accompagnavo partendo presto la mattina, per non andare incontro al caldo intenso e poi tornare con lei, curva sulla schiena ed io felice con l’animo del gioco di bambina. A quel punto l’erba fresca era pronta per essere stesa al sole e trasformata in un profumato fieno, per poi essere utilizzata come cibo per le bestie oppure come nascondiglio nell’armadio dietro il pollaio, ove mia nonna poneva rigorosamente le uova fresche delle galline, mandandomi a controllare verso l’ora della merenda, se per caso ne avessero covato qualcuno. Io andavo e trovando le uova da lei nascoste, mi esplodeva la gioia nel cuore, anche se per qualche tempo sono rimasta ignara di come potessero arrivare dal pollaio direttamente nell’armadio…. Esattamente come la storia del Topolino che ti portava i soldi alla caduta dei denti da latte, quella di Babbo Natale e della Befana…. Bellisssimi ricordi, peccato siano stati troppo brevi !!! Poi c’erano l’orto e gli alberi da frutta: amarene, albicocche e prugne. Ricordo come se fosse adesso il colore vivido dei “miei” amati fiori viola illuminati dal sole della pianta pelosa della borragine, così come il sapore acre che prende ai lati della lingua delle amarene appena colte e mangiate in abbondanza all’albero. Si respirava una piacevole armonia, i giochi con gli altri compagni a far tardi nelle serate estive campagnole, contornate dalle luce intermittente delle lucciole…. le nonne sedute all’aria aperta sulle loro seggiole a raccontarsela e il profumo della terra umida e dell’erba, ma anche di quella arsa dal sole. Tutta questa premessa per farvi capire che l’amicizia con Ilenia è nata dall’avvicinamento indotto dalla comune passione per la natura e gli animali e non solo. Durante le nostre cene in compagnia ha iniziato a raccontarmi uno dei suoi passatempi: il montaggio della fototrappola… e il resto lo conoscete già. Qui è nata la nostra idea: inizialmente condividere questo spettacolo della natura insieme a tutti coloro che avranno il piacere e la pazienza di attendere le puntate delle fototrappole…e magari anche con qualche istituzione che lo reputerà degno di attenzione. Un grazie di cuore se ci vorrete seguire. Vi aspettiamo per la prossima puntata di Ilenia, Beatrice (detta Bea) e la Fototrappola !!! Un grazie particolare va alla natura e agli animali che rendono possibili queste meraviglie.

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