Il presidente Javier Milei ha deciso che anche l’Argentina si ritirerà dall’OMS, come gli Stati Uniti
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Mercoledì il portavoce del governo argentino, Manuel Adorni, ha comunicato che il presidente Javier Milei ha ordinato al ministero degli Esteri di iniziare le procedure per ritirare il paese dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’agenzia dell’ONU che si occupa di salute. La decisione imita quanto fatto recentemente dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ed è stata motivata con divergenze fra il governo attuale e l’agenzia su come venne gestita la pandemia di Covid-19 (Milei era profondamente contrario ai lockdown) e con ragioni di sovranità nazionale: nella consueta retorica del governo ultraliberista sarebbe finalizzata a sganciare le politiche sanitarie del paese da quelle dell’organizzazione.Il ritiro dell’Argentina, quando formalizzato, avrebbe conseguenze assai più limitate di quello degli Stati Uniti per il bilancio dell’OMS, e quindi per le sue attività. Gli Stati Uniti sono invece fra i suoi principali finanziatori e ne coprono circa il 20 per cento del budget annuale, con circa 110 milioni di dollari l’anno di contributi obbligatori e 1,1 miliardi di donazioni volontarie solo fra il 2022 e il 2023. Al momento l’Argentina non riceve fondi dall’agenzia: per questo, secondo il governo, il ritiro non la danneggerà. Il costo del contributo dell’Argentina all’OMS, sempre secondo il governo, si aggira invece sui 10 milioni di dollari all’anno. Il processo per ritirare un paese dall’OMS dura un anno.