IL NUOVO MONDO E’ IN CORSO, PACE, LIBERTA’, SALUTE E SICUREZZA, ANNO 2022
Il ritmo frenetico degli avvenimenti, con sensibili ripercussioni ad ogni latitudine, segnerà indiscutibilmente questo anno 2022 appena iniziato. Ci sono tutte le premesse. E’ ormai a tutti evidente, o comunque a molti, sapendo ben leggere i fatti, che dal 2016 prima, a cominciare dagli Stati Uniti, sul piano politico con le presidenziali vinte da Trump, e soprattutto dal 2020 in tutto il mondo, con lo scoppiare della pandemia, l’ordine globale delle cose ha iniziato a modificarsi probabilmente in modo irreversibile.
Siamo dentro una veloce evoluzione che modifica le stesse coscienze e proietta un nuovo mondo. Come è naturale ci sono forze di natura diversa che si contrappongono, tentando di spingere in direzioni opposte. Auguriamoci e lavoriamo ognuno affinchè il Bene e la Luce prevalgano, come sicuramente accadrà.
Confidiamo anche nel fatto che verosimilmente ci si avvii verso una fase post-pandemica.
Al di là del segno, che ciascuno liberamente potrà dare agli eventi succedutesi, è certo che siamo dentro una svolta della convivenza civile e umana, come non era accaduto da tanto tempo, neanche con paragone agli eventi bellici del novecento. Non è soltanto e semplicemente la geopolitica ad essere scossa e rivisitata, con i suoi equilibri, ma la quotidianità delle persone, i suoi valori di riferimento, le coordinate del rapporto tra società e istituzioni, se non addirittura le fondamenta stesse dell’ordine finora costituito.
Prima di conferire giudizi affrettati positivi o negativi su quanto sta accadendo da qualche anno, bisogna assumere consapevolmente la dimensione di cambiamenti epocali in corso che, per loro natura, sono ineluttabili nel determinare un nuovo quadro della convivenza umana su questo pianeta. In meglio o in peggio, si vedrà alla giusta distanza. In gioco ci sono la libertà, la sicurezza, la salute, la prosperità, il buon vivere, il buon-essere. In una parola, il senso dell’esistenza e della vita.
Sono un ottimista e immagino, sebbene dopo intervalli travagliati, un orizzonte generale migliore del precedente.
Però questi anni venti, almeno la prima metà, saranno necessariamente “rivoluzionari”, nel senso che modificheranno profondamente gli assetti sociali di base cui eravamo abituati. Spesso nei miei articoli raccomando, non a caso, di guardare strettamente ai grandi movimenti che attraversano gli Stati Uniti: politici, sociali, economici, etici, quasi antropologici, spesso purtroppo non sufficientemente raccontati o peggio ancora strumentalizzati e manipolati con effetto fuorviante, mentre invece è da quel grande paese, ancora oggi il primo del mondo, che sono iniziati e si svilupperanno globalmente veri e propri cambiamenti epocali.
L’America e gli americani hanno resistito e stanno resistendo al tentativo, probabilmente e per fortuna fallito, di compromettere o archiviare la democrazia liberale, pur con tutti i suoi limiti, e i suoi valori. E’ un fenomeno che inizia ben prima della pandemia e che con questa, o grazie a questa, segna una accelerazione. Formalmente imposta dagli avvenimenti. Sullo sfondo la Cina, intesa addirittura come nuovo mondo possibile.
Ma non è un semplice scontro tra giganti, va oltre le due grandi nazioni, le attraversa dall’interno e dall’esterno.
E’ il globalismo, ampiamente inteso, che non solo è fallito come ricetta unica mondiale, ma è addirittura degenerato, avvitandosi su se stesso e provocando pericolose reazioni a catena.
Qualsiasi ipotesi o disegno di neoautoritarismo, magari sulla falsariga di quello cinese, inteso come modello complessivo, per imporsi avrebbe dovuto mettere progressivamente radici forzate negli Stati Uniti e di riflesso in Europa. Ma sia nel nuovo che nel vecchio continente della necessità di un paradigma politico-sociale-economico assimilabile, con versioni differenziate, a quello cinese, le popolazioni non vogliono neanche sentirne parlare e le reazioni sono state forti e sono sempre più imprevedibili. Il tentativo c’è stato ma non ha sortito gli effetti sperati.
In nome di una reale e grave emergenza socio-sanitaria, come quella del Covid, le cui origini spontanee o indotte sapremo a tempo debito, alcuni ambienti hanno immaginato la “necessità” di istituire un nuovo ordine globale in cui sospendere a tempo indeterminato lo stato di diritto, le libertà fondamentali e costituzionali e di pari passo dare vita anche a un nuovo ordine economico-finanziario. Il banco di prova fondamentale erano però gli Stati Uniti d’America, ma proprio lì la reazione popolare è stata enorme.
L’arrivo improvviso sulla scena dei vaccini di ultima generazione dell’ex Presidente Donald Trump, ha sconvolto l’intero quadro, salvando oggettivamente la vita di milioni di persone e producendo una sterzata strategica decisiva.
Sia chiaro, è sempre accaduto nella Storia che qualsiasi grande circostanza, in questo caso il Covid, sia stata usata per rideterminare i rapporti di forza e ridisegnare l’ordine dei poteri. Non è più tempo infatti di scatenare guerre mondiali e conflitti locali per aggiornare le mappe del dominio e quindi nuove armi sono sempre immaginate per sortire gli scopi.
Lo spettro di armi chimiche e batteriologiche e del bioterrorismo, è tutt’altro che fantascientifico e non a caso ampiamente monitorato dai servizi di difesa e sicurezza, al di là delle vicende contingenti.
Si badi bene che non è la Cina in quanto tale ad avere eventualmente tentato un attacco all’Occidente e in particolare agli Stati Uniti, come molte fonti paventano in nome di nuovi assetti globali. Per assurdo la Cina e i cinesi sono a loro volta vittime, spesso inconsapevoli. Cosi come parlare di America e americani solo sulla difensiva è fuorviante. Ci sono responsabilità storiche nei conflitti su vari continenti, almeno negli ultimi settant’anni, che non risparmiano il ruolo di Washington. Però una nuova America sana e forte, che già si dispiega, è importante per loro e per noi. La realtà oggi, anche frutto del globalismo, è spesso fatta di pezzi di nazioni in alleanza o in contrasto con altri pezzi. Adesso lo scontro è però non di tipo militare, ma più alto, di schema di vita, ed è soprattutto trasversale; se ai fini o meno di un grande Reset è questione più complessa. Certamente il modello occidentale e segnatamente americano ha rappresentato un obiettivo primario da attentare per imporne di contro uno più illiberale e non umanista.
C’è poi la Russia, il più esteso paese della terra, che si è sempre opposto al globalismo con tutte le sue forze ma che non è a sua volta una piena democrazia, paese strategico da cui però razionalmente non si può prescindere nè tentare di isolare, anzi va coinvolto. Al di là della narrazione corrente piena di equivoci, la Russia svolge un ruolo geopolitico davvero molto importante e di fatto riconosciuto da tutti, al punto che viene mediaticamente “criminalizzata” per le sue politiche, ma poi temuta, invitata e onorata ad ogni summit internazionale.
Per dire delle ambiguità specie nella rappresentazione dei fatti e delle tante mezze verità.
L’Europa per quello che ci riguarda, al di là della retorica, già non è più la stessa, la stessa Unione Europea è avviata alla rifondazione su basi nuove, ed è una buona notizia. E l’Italia può e deve trovare un adeguato spazio in questi nuovi contesti, europei, americani, saldamente legata all’Occidente ma aperta economicamente verso Russia e Cina, dove in particolare tante cose cambieranno profondamente.
La guerra tra i grandi potentati del mondo, ben al di là delle leadership politiche, è in corso, senza esclusione di colpi, e alla fine ne scaturirà un mondo nuovo, dove comunque nuove consapevolezze e nuove verità avranno conquistato spazi importanti, grandi. E’ quello che sta già accadendo.
Le società all’interno delle nazioni contano sempre meno, molto poco, e ancora più pericolosamente conta poco la politica, ridotta a braccio esecutivo. Grande finanza e di riflesso grandi media, spesso più alleati di quanto si immagini, contano ad esempio molto di più. Ma sono in profonda crisi, soprattutto di consenso. E senza il consenso popolare nulla è possibile.
Ecco perchè aumentano vistosamente tante fratture nel vecchio ordine delle cose.
Quello che conta ormai da tempo non sono gli Stati o le nazioni, ma gli ambienti molto potenti, spesso oscuri, che trasversalmente ad essi e alle catene di comando istituzionali possono prendere il sopravvento, soprattutto attraverso organismi sovranazionali non elettivi e di fatto tecnocratici. Tecnocrazia e digitalizzazione, se non guidati e controllati, da strutture rappresentative popolari, possono dar vita a moderni inquietanti autoritarismi.
Ecco perchè il tema, oggi più di ieri, è quello della democrazia, della libertà, della sicurezza. Dobbiamo augurarci e ci sono le condizioni, che in un mondo di nazioni e patrie liberamente conviventi e collaboranti, su alcune grandi questioni internazionali federate e confederate, America, Cina, Russia, Europa, con le loro leadership espressione dei popoli, volgano lo sguardo al benessere generale, per quella pace, che al loro interno infastidisce alcuni ed è voluta invece dai più