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Il Green Pass sarà “alleggerito” a inizio aprile e poi abolito a metà giugno.

Covid, il calendario delle riaperture: così verrà gradualmente “alleggerito” e poi abolito il Green Pass, date chiave 1° aprile e 15 giugno

Mario Draghi e Roberto Speranza

La situazione epidemiologica sta ormai stabilmente migliorando in Italia: i nuovi contagi giornalieri sono in calo da ormai più di dieci giorni e anche i ricoveri in ospedale stanno diminuendo dopo aver raggiunto il picco la scorsa settimana. Intanto nel Paese dilagano le crisi economica e sociale provocate dalle restrizioni: le limitazioni imposte dal Governo hanno determinato un lockdown di fatto facilmente riscontrabile nella quotidianità di tutte le città con i locali chiusi, i negozi vuoti, gli alberghi sul lastrico.

Desenzano del Garda

La mancanza di libertà nella mobilità e negli spostamenti e l’eccesso di limitazioni e regole hanno di fatto paralizzato il Paese mentre ad oggi abbiamo il 92,5% di popolazione over 12 che ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino o è guarita dal Covid negli ultimi sei mesi. Questa percentuale così maggioritaria, però, non rispecchia la percentuale di italiani che hanno il Green Pass attivo, considerando che dal 1° febbraio la durata dello stesso Green Pass è stata ridotta ad appena sei mesi dall’ultima dose di vaccino ricevuta. E oltre ai 5 milioni di over 12 che non sono andati a vaccinarsi neanche con la prima dose (tra questi, abbiamo 1 milione di guariti da meno di sei mesi e quindi in possesso del Green Pass da guarigione), ci sono altri 1 milione e 600 mila italiani che hanno fatto la prima dose e non la seconda, e altri 14 milioni e 200 mila italiani che hanno fatto la seconda dose ma non la terza. Limitando il campo agli over 12, e quindi all’unica fascia di popolazione a cui si applica l’utilizzo del Green Pass, abbiamo sì un 90,7% di vaccinati con una dose, ma la prima dose non basta ad avere il Green Pass e la percentuale di vaccinati con due dosi scende all’87,6% ma di questi, hanno il Green Pass soltanto coloro che hanno ricevuto la seconda da meno di sei mesi e la maggioranza delle seconde dosi sono state inoculate più di sei mesi fa. E allora dobbiamo considerare la percentuale di vaccinati con tre dosi, che crolla al 61,3% degli italiani con più di 12 anni. Tra non vaccinati, vaccinati con una sola dose e vaccinati con due dosi che non hanno fatto la terza, quindi, abbiamo 20 milioni e 800 mila italiani over 12, che sono quasi la metà dell’intera popolazione con più di 12 anni. Quasi la metà della popolazione senza Green Pass o con Green Pass a scadenza imminente. Che questo scenario non sia sostenibile per il Paese è acclarato, e infatti negli ultimi giorni si sono moltiplicate le dichiarazioni che annunciano l’abolizione di questo strumento ideato con l’intento di limitare i contagi per il grande equivoco sui vaccini “immunizzanti“, e poi palesemente fallito nei fatti. Non si tratta soltanto di esponenti politici dei partiti che sono sempre stati critici nei confronti di questo provvedimento, ma anche di medici come Matteo Bassetti e altri tecnici di vari settori che nei mesi scorsi erano stati i più accaniti sostenitori dell’utilizzo del passaporto verde voluto dal Governo.

Proprio dal Governo negli ultimi giorni sono arrivati annunci sull’abolizione del Green Pass: il primo è stato il Ministro al Turismo, il leghista Garavaglia che in un’intervista a La Verità il 22 gennaio auspicava il superamento del Green Pass con la sua abolizione. Dopo tre giorni il sottosegretario del Ministero alla Salute, Sileri, annunciava senza mezzi termini che lo “stato d’emergenza” non verrà prorogato oltre il 31 marzo. E la sera stessa in diretta TV su La7 nel corso della trasmissione “di Martedì” condotta da Giovanni Floris, aggiungeva che “il Green Pass ovviamente ad un certo punto, quando la pandemia rallenterà e sta già rallentando, sarà in qualche maniera rimodulato fino alla sua scomparsa. E’ ovvio che verrà rimosso“. Oggi, infine, ad annunciare la fine del Green Pass sbilanciandosi con una data precisa, è stato il medico ed esponente del Cts Fabio Ciciliano, che in un’intervista al Giornale ha detto chiaramente che il Green Pass “diventerà sempre più residuale con l’incremento delle vaccinazioni e la riduzione dell’impatto del virus sul sistema sanitario. E alla fine della primavera si può pensare di toglierlo definitivamente“.

Ipotizzare date e scenari alla luce delle scelte degli ultimi anni, dettate da panico e isteria, è molto difficile. Ma alla luce delle dichiarazioni di così autorevoli esponenti del Governo e del Comitato Tecnico Scientifico appare evidente che la tendenza sia quella di un graduale alleggerimento delle regole fino al ritorno alla normalità, esattamente come già accaduto nei due anni scorsi, dapprima nel 2020 con il lockdown e successivamente nel 2021 con il coprifuoco e le Regioni colorate. Non c’è mai stato un giorno in cui è finito il lockdown, sono finite le zone rosse o è stato abolito il coprifuoco, ed è ovvio che anche con il Green Pass si seguirà la stessa gradualità. Di certo c’è che l’utilizzo più estremo del Green Pass e del Super Green Pass, quello cioè della sua formula “base” per lavoro e trasporti, e della sua formula “super” per i negozi, gli uffici, i locali della ristorazione anche all’aperto e al bancone, scadrà alla scadenza dello “stato d’emergenza” fissato per il 31 marzo. La prima data chiave per le riaperture, quindi, è il 1° aprile quando non servirà più il Green Pass per andare al lavoro, per salire sui mezzi di trasporto pubblico, per entrare nei negozi, negli uffici pubblici, nei bar e anche per sedersi nei tavoli all’aperto dei locali della ristorazione. E’ verosimile, invece, che il Green Pass nella sua formula base (quello cioè che si può ottenere con un semplice tampone) rimanga anche in primavera (aprile e maggio) per stadi, palestre, concerti, musei, locali della ristorazione al chiuso, matrimoni e cerimonie. Il primo passaggio, quindi, atteso il 1° aprile, sarà l’abolizione del “Super Green Pass“, cioè quello solo per vaccinati e guariti, e l’alleggerimento dell’utilizzo del Green Pass base, che continuerà ad essere richiesto in primavera soltanto per le attività considerate a più alto rischio assembramenti e contatti sociali. Il secondo passaggio, e cioè la totale abolizione del Green Pass anche nella sua forma base (tampone), è atteso per metà Giugno, a fine primavera. La data potrebbe corrispondere con quella del 15 giugno, che è anche la data in cui finisce l’obbligo vaccinale per gli over 50.

Ovviamente su queste ipotesi dovrà esprimersi la politica. All’interno del Governo il partito che più di tutti ha combattuto l’introduzione di Green Pass e restrizioni è stato la Lega, ma anche il Movimento 5 Stelle si è espresso in modo molto scettico sull’utilizzo del passaporto verde e sugli obblighi vaccinali. Fuori dal Governo, crescono le pressioni di Fratelli d’Italia che negli ultimi giorni ha alzato la voce chiedendo l’abolizione immediata del Green Pass su cui oggi è intervenuto anche l’assessore della Regione Veneto Elena Donazzan che, prima in Italia tra i massimi esponenti governativi, ha parlato senza mezzi termini di “totale fallimento del Green Pass che va abolito subito“. Al contrario, PdForza Italia e LeU sono i partiti più rigidi che fino ad oggi all’interno del Governo hanno fatto pesare le loro posizioni favorevoli all’utilizzo del Green Pass. Lo scontro politico già visto nei mesi scorsi sul tira e molla per l’introduzione delle restrizioni, inevitabilmente si ripeterà nelle prossime settimane sul calendario delle riaperture su cui ancora non c’è alcuna decisione ufficiale.

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