Il crollo dei prezzi non si ferma Il gas torna a prima della guerra
Continuando la discesa iniziata una settimana fa, il prezzo del gas è tornato ai livelli precedenti della guerra in Ucraina. Una buona notizia per le bollette di cittadini e imprese a pochi giorni dalla revisione mensile delle tariffe: ai primi di gennaio arriverà la comunicazione dell’Arera (ex authority dell’energia) che vale per le tariffe relative al mese di dicembre: al momento, sono previste in discesa, compensando in parte l’aumento del 13% di novembre.
Sette giorni dopo l’accordo tra i capi di stato e di governo sul tetto al prezzo, ieri le quotazioni del gas sono scese a un passo dai 90 euro al megawattora. In pratica, le quotazioni sono tornate al livello del 23 febbraio scorso, il giorno precedente l’inizio dell’invasione russa. Per la precisione, l’indice Ttf – punto di riferimento per il mercato europeo ieri ha terminato le contrattazioni a 91,9 euro (in calo del 5,95%), contro gli 88,5 euro della chiusura del 23 febbraio, vigilia dell’invasione.
La discesa dei prezzi è iniziata quando sono trapelate le prime indiscrezioni sull’accordo politico raggiunto a Bruxelles, che ha poi fissato a 180 euro il tetto “dinamico” al prezzo del gas: da allora, le quotazioni hanno perso il 40 per cento. E tutto fa pensare che potrebbero scendere ancora, visto che fino a Capodanno le condizioni meteorologiche sono del tutto favorevoli, con temperature sopra le medie e abbondanzadi vento. Non per nulla, il meteo e lo sviluppo delle rinnovabili nell’ultimo anno sono alla base di quanto sta accadendo in questi giorni. Nel 2022 la potenza di fotovoltaico installato ha superato del 42% il dato del 2021. I pannelli hanno costi sempre più bassi, mentre cresce la loro efficienza. Il bel tempo ne aumenta la produzione di energia, così come nelle ultime settimane è tornato a soffiare il vento in tutto il nord Europa.
Inoltre, le temperature sopra le medie a partire da inizio di ottobre hanno inciso sul calo della domanda di gas, avendo fatto ritardare l’accensione dei riscaldamenti, già spostato in avanti dai provvedimenti dei governi. Il meteo ha fatto risparmiare circa il 20 per cento dei consumi di gas in tutta Europa.
Gli esperti parlano anche di “distruzione della domanda”: sia i cittadini, tenendo più bassi i riscaldamenti, sia le imprese che hanno razionato i consumi hanno inciso sulla richiesta di gas. Questo ha avuto conseguenze su tutta la filiera: gli stoccaggi in Europa sono pieni in media per l’83,2% (84,2% in Italia). Inoltre, le politiche commercialiper la sostituzione del gas russo hanno portato alla chiusura di contratti di fornitura di Gnl (il gas naturale liquefatto che viaggia via nave), di cui ora c’è abbondanza in tutta la Ue. Uno scenario che potrebbe cambiare quando arriverà il freddo più intenso gennaio e febbraio, ma fino a un certo punto: potranno risalire i prezzi ma non ci sarà mancanza di materia (solo l’Italia ha già risparmiato più di 5 miliardi di metri cubi di gas).
Rimane da sciogliere un dubbio: il tetto al prezzo del gas non ha avuto meriti nel calo dei prezzi? Non c’è dubbio che le quotazioni abbiano iniziato a scendere da quando è stato annunciato l’accordo a Bruxelles. Ma per gli esperti, si tratta più di un accordo politico, visto che i meccanismi di applicazione del tetto potrebbero scattare non più di 30-40 giorni all’anno e solo per picchi di prezzo molto alti. Per un giudizio complessivo bisognerà capire come si orienterà il mercato: per esempio, gli investitori hanno capito che l’indice Ttf perderà di importanza e che prenderanno il sopravvento accordi bilaterali tra governi e grandi produttori. Ma anche questa è una storia che si scriverà nei prossimi mesi.