Il corpo delle donne in mostra a Roma
Quanto assomiglia l’arte alle donne reali? Ovvio che gli artisti abbiano diritto a rielaborare la realtà. Ma nel caso dei ritratti femminili, la questione è ben più complessa. Basterebbe guardare come il pittore preraffaellita Dante Gabriele Rossetti ritraeva la moglie, Elizabeth Siddal, e come lei raffigurava se stessa: lui ne faceva un angelo spaventato o sognante. Lei si vedeva dura e austera. Fa i conti con tutte le contraddizioni di questa “narrazione”, la bella e importante mostra aperta fino al 13 ottobre 2019 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma: Donne: Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. Ovvero l’evoluzione dell’immagine femminile da fine Ottocento a oggi, partendo dal presupposto che le donne siano state, da almeno metà Ottocento, i soggetti preferiti degli artisti e che già questa scelta abbia costituito una rivoluzione.
Lo scarto tra l’essere oggetto di sguardo e il proporre la propria visione di stesse è evidente nella mostra romana che parte da artisti estetizzanti ma pienamente Belle Epoque come Aristide Sartorio, per arrivare alle attuali performance femminili custodite al Macro di Roma.In mezzo, un lungo percorso di interpretazione intellettuale e artistica del corpo e dell’immagine delle donne, che non è soltanto una riflessione estetica per gli uomini e un processo di emancipazione e crescita per le donne. È evidente che le due componenti si intrecciano: se le donne iniziano a far valere l’idea che hanno si se stesse e del loro corpo, gli uomini non possono ignorarlo del tutto. Ciò che poteva apparire “passivo” nella prima cultura borghese, tra ritratti di eleganti e irreprensibili signore e nudi esposti fino all’oscenità, diventa protagonista. Le donne non sono più soltanto il soggetto del quadro, non si limitano, al massimo, a scegliere posa o abito (anche se molti pittori decidevano perfino le acconciature), ma impongono nuove professioni, nuovi gesti, nuovi spazi. E poi, fin dalle prime avanguardie del Novecento e nonostante il maschilismo di gran parte dei colleghi uomini “d’avanguardia”, propongono il loro sguardo su se stesse e sul mondo. Basti pensare alle surrealiste e a Frida Kahlo.
La mostra Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione – alla Galleria d’Arte Moderna presenta circa 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia e video, di cui alcune mai esposte o non esposte da lungo tempo. Provengono dalle collezioni d’arte contemporanea di Roma. E partono da una celebre riflessione-provocazione del 1989 delle Guerrilla Girls: «Do Women Have To Be Naked To Get Into the Met. Museum?», Le donne devono essere nude per poter entrare al Metropolitan Museum? Non si trattava di uno slogan: le femministe facevano notare che meno del 5% degli artisti esposti nei grandi musei era composto da donne mentre era di donne l’85% dei nudi. Certo, forse non tenevano tanto in conto le collezioni d’arte antica, ma il principio era corretto: nella visione contemporanea (che non è appunto quella classica) il nudo fa pensare quasi sempre alla passività.
La mostra romana parte appunto dalle visioni “angelicate” o diaboliche che il Simbolismo aveva ereditato dai preraffaelliti. Attraversa il Futurismo e le nuove spinte provocate anche dalla Guerra mondiale. Approda a Valori Plastici e a Novecento, ovvero al “ritorno all’ordine” imposto, anche in arte dal Fascismo, con l’esaltazione non più della vergine ma della madre. E ricostruisce il lungo percorso del secondo Dopoguerra, le istanze femministe come pure le nuove concezioni maschili. La rassegna è accompagnata da videoinstallazioni, documenti fotografici e video tratti da opere cinematografiche e cinegiornali provenienti dalla Cineteca di Bologna e dall’Archivio dell’Istituto Luce-Cinecittàche ne hanno curato la realizzazione. In una sala è proiettato il film, prodotto dall’Istituto Luce, Bellissima (2004) di Giovanna Gagliardi che attraverso documenti storici dell’Archivio Luce, spezzoni di film, canzoni popolari e interviste racconta il cammino delle donne nel Novecento.
L’ultima sezione della mostra è dedicata alle relazioni tra gli sviluppi dell’arte contemporanea, l’emancipazione femminile e le lotte femministe. Il materiale proviene da Archivia – Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne – e contiene testimonianze di performance e film d’artista che appartengono a collezioni private, importanti musei e istituzioni pubbliche.
Info: Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione / Galleria d’Arte Moderna di Roma /Fino al 13 ottobre 2019/ www.galleriaartemodernaroma.it