ITALIAVIOLENZA SULLE DONNE E MINORI

Femminicidio a Catania: Cetty e Anna, l’amicizia che Piero Nasca voleva cancellare

La vittima stava aiutando l’amica a chiudere la relazione con il marito, per questo l’uomo le ha investite con l’auto uccidendo Cettina De Bormida.

Nessun pentimento, ma anzi un sussulto di gioia nell’avere la conferma che la “nemica” era stata abbattuta. Perchè lui, Maurizio Pietro Nasca, voleva uccidere: la moglie Angela Longo, senza riuscirci e l’amica Concetta “Cetty” De Bormida ritenuta l’artefice della fine del loro matrimonio. Ma non solo: lui era consapevole di avere «centrato il suo obiettivo» e ha mostrato con stizza un certo disappunto per non esserci riuscito anche con la moglie. «Alla fine l’ho uccisa mia moglie…? Chiede ai poliziotti. E poi – ulteriormente dispiaciuto per non esserci riuscito – cerca di saperne di più «se vi erano possibilità che si riuscisse a salvare…». Domande surreali sul mancato assassinio della moglie e la «felicità» per avere puntato, investito e ucciso l’amica della moglie. Con il «rammarico» per essere stato proprio lui a farle conoscere – Anna e Cettina -in quanto “Cetty” era un’amica dell’anziana madre.

È uno spaccato inquietante quello che emerge dalle dichiarazioni di Pietro Maurizio Nasca, disoccupato di 52 anni con una pensione di invalidità, da sabato in carcere. L’uomo – che dopo avere travolto con l’auto le due donne ha ammesso tutto prima al telefono con l’operatore del 112 e una volta in Questura ai poliziotti della Mobile – è stato fermato con l’accusa di omicidio e tentato omicidio aggravati per avere ucciso Cettina “Cetty” De Bormida, 69enne di Centuripe nell’Ennese e per avere travolto e arrotato la moglie Anna Longo di 56, finita in ospedale con diversi traumi e in stato di shock. La donna è ancora ricoverata al San Marco di Librino.

Quando si trova davanti al pm, Nasca ammette i fatti senza però riuscire a spiegare «cosa è scattato» e allo stesso tempo parla «di nervosismo», di essersi «particolarmente infastidito» nell’essersi trovato davanti le due donne Anna e Cetty – sul ciglio della strada davanti all’ingresso della struttura sanitaria, sull’Ottava Strada della Zona Industriale di Catania dove da lì a poco avrebbero dovuto fare ingresso.Una dinamica abbastanza chiara quella ricostruita e ammessa da Nasca che ha prima chiamato il 112 dicendo di avere investito volontariamente le due donne, ricostruzioni che ha confermato anche in sede di interrogatorio e poi ha aspettato che i poliziotti lo andassero a prendere. Con quale rabbia e violenza ha agito? Sarà l’autopsia ad aggiungere qualche elemento in più per la ricostruzione dell’omicidio di Cettina De Bormida e del tentato femminicidio (inizialmente mascherato dall’incidente stradale) della moglie Anna Longo a chiarire quante volte Nasca con la sua auto, una Opel Meriva di colore grigio, ha arrotato la vittima.Nasca è difeso dall’avvocato Fabio Presenti (che sabato pomeriggio ha assistito il suo cliente solo nella seconda parte dell’interrogatorio negli uffici della Squadra Mobile). Il legale lo incontrerà oggi nel carcere di Piazza Dante dove ha passato la prima notte. Nasca è imputato nel processo per violenza e maltrattamenti alla moglie Anna Longo, iniziato dopo le denunce del 2018 della donna, che avevano portato, nei suoi confronti, all’emissione da parte del Questore di Catania del provvedimento dell’ammonizione. La prossima udienza è fissata il 14 luglio.Adesso la parola passa al Gip che ha fissato l’udienza per domani della convalida e dell’applicazione della misura cautelare in carcere, richiesta di convalida che il pm Valentina Botti – che insieme con il procuratore aggiunto facente funzione Marisa Scavo coordina l’inchiesta – ha firmato ieri mattina.