Donetsk, un italiano racconta: “Era peggio quando ci bombardavano gli ucraini. Per molti è una liberazione”
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Qui in giro c’è chi ride, per tanta gente è una liberazione perché da tanto tempo aspettavano i russi”. È la testimonianza raccolta dall’Adnkronos di un italiano a Donetsk, il capoluogo dell’omonima Repubblica separatista filo-russa che, insieme a quella di Luhansk, lunedì sera è stata riconosciuta dal presidente Vladimir Putin, una mossa che ha anticipato l’attacco su larga scala sferrato nella notte.
“Molti a Donetsk sperano che l’attacco possa essere un segnale di fine guerra e che venga messo un punto definitivo a questa situazione. D’altronde otto anni sono lunghi”, afferma l’italiano riferendosi al conflitto scoppiato nel 2014 con l’annessione della Crimea da parte della Russia.
“I militari alla frontiera non hanno opposto resistenza”
La situazione in città è tesa ma tutto sommato “tranquilla”, anche se “da stanotte nelle aree circostanti i bombardamenti vanno avanti senza sosta”, prosegue il nostro concittadino, che preferisce restare anonimo. L’italiano spiega che resterà a Donestsk “perché specialmente in questi casi è impossibile muoversi” e che non si aspettava un’operazione del genere da parte della Russia. “Stanno distruggendo tutte le basi aeree e militari, sono entrati dalla Bielorussia e dal mare. Credo che per gli ucraini ci siano poche chance e infatti i militari alla frontiera non hanno fatto nulla per resistere”, dichiara, sostenendo che a suo parere “una volta distrutte le basi
aeree (i russi, ndr) si prenderanno le due regioni” separatiste.
Paura? “Per il momento no, era peggio quando arrivavano i missili dall’altra parte (dalle forze ucraine, ndr): quando ci sono i combattimenti le pallottole non hanno occhi, quello che colpiscono – chiosa l’italiano – noi teniamo duro e preghiamo Dio”.