Direttiva case green, vietato affittare case che non sono abbastanza green: ecco il nuovo divieto proposto da Bankitalia
Il divieto è stato proposto in un documento diramato da Bankitalia
È indubbio che, nel quadro degli obiettivi prefissati nell’ambito del Green Deal Europeo, il settore edilizio sia un settore strategico su cui si rendono improcrastinabili una serie di interventi di efficientamento energetico, se l’intento è quello di spostare sul piano delle azioni concrete le iniziative strategiche previste dall’Unione europea in vista dell’obiettivo ultimo da raggiungere: la neutralità climatica entro il 2050.È in tale quadro che si colloca l’approvazione, avvenuta lo scorso 12 marzo, del testo definitivo della Direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive), anche detta Direttiva Case Green, concepita con lo scopo di rendere l’industria edile più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico.Ad oggi, infatti, l‘85% degli edifici dell’UE è stato costruito prima del 2000 e, tra questi, il 75% ha una scarsa prestazione energetica, diventando così responsabile del 42% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di Co2, i gas a effetto serra.Tali percentuali, ora, potranno essere ridotte attraverso una serie di misure e interventi che dovranno essere realizzati in tutta Europa.Nella specie il cronoprogramma stabilito dalla direttiva Case Green prevede che:a partire dal 2028 tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero;entro il 1° gennaio 2030 tutti i nuovi edifici non pubblici dovranno essere a zero emissioni;a partire dal 1° gennaio 2030 è prevista l’installazione obbligatoria di pannelli solari su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali.Questa disposizione, occorre precisare, sarà applicata ai grandi edifici, con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadrati, entro la fine del 2026. Entro il 2030, l’obbligo sarà esteso a tutti gli edifici pubblici e non residenziali.
In riferimento alle ristrutturazioni delle case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Una promozione che richiede interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari.Quali i costi dell’operazione?
In maniera indicativa il costo per attuare la transizione del parco immobiliare al “verde” si potrebbe aggirare tra i 20mila e i 60mila euro ad abitazione (stando alle prime stime), una spesa che non potrà essere sostenuta esclusivamente dai privati.Sul punto, secondo quanto riportato in un articolo pubblicato sul quotidiano La Verità, Bankitalia avrebbe redatto un documento nel quale suggerisce alcune misure per favorire la transizione e ricavare i fondi necessari. Fra queste è emersa quella di impedire ai privati di affittare case non allineate alle nuove norme unionali, in modo da spingere chi ha una casa da mettere sul mercato a ristrutturare.
Una misura questa che si scontra con gli attori del mercato immobiliare italiano. Nelle grandi città, i prezzi degli affitti sono già, infatti, molto alti a causa di una massiccia destinazione degli appartamenti alle locazioni brevi a scopo turistico. Rimuovere dal mercato degli affitti le case che non raggiungono gli standard imposti dalla normativa europea avrebbe la diretta conseguenza di far lievitare ulteriormente i costi per gli inquilini ormai in affanno.Si ricorda infine che, per entrare in vigore, la direttiva deve ricevere formalmente l’approvazione dal Consiglio dell’Unione europea, per poi essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale europea e recepita dagli Stati membri entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore.