Delitto Cecchettin, Turetta ai pm: “Giulia scappava da me, l’ho rincorsa e uccisa. Non accettavo che non fosse più mia”.
Martedì i funerali. Lo ha confessato l’assassino ai pm durante l’interrogatorio durato 8 ore. E ha pure dichiarato che era ancora innamorato dell’ex fidanzata
LA STAMPA. Giulia Cecchettin ha cercato di scappare dal suo ex fidanzato diventato assassino. Ma, nella zona industriale di Fossò, «l’ho rincorsa e l’ho colpita», ha confessato Filippo Turetta. Ha accelerato, e in pochi passi l’ha raggiunta, afferrata e accoltellata alle spalle, tra testa e collo, poi con il coltello da cucina ha affondato un colpo anche al torace.
È uno dei passaggi dell’interrogatorio reso dal 21enne al pm di Venezia. Giulia Cecchettin non ha avuto scampo. Voleva fuggire da lui e da una storia che non voleva, ma che Turetta non riusciva a dimenticare. Nell’interrogatorio in carcere, durato otto ore, l’assassino di Giulia Cecchettin avrebbe raccontato al pm Andrea Petroni che non accettava che lei non fosse più «sua», ammettendo di avere un atteggiamento possessivo con la ragazza dopo essere stato lasciato. Turetta avrebbe anche affermato di essere ancora innamorato di lei e di non essere in grado di rassegnarsi alla fine del rapporto.
«Non mi rassegnavo alla fine, voglio pagare»
Filippo Turetta avrebbe anche raccontato al pm Andrea Petroni che non accettava che Giulia Cecchettin non fosse più «sua», di essere ancora innamorato di lei e di non essere in grado di rassegnarsi alla fine del rapporto. Inoltre, l’assassino della giovane 22enne ammesso: «A Giulia ho fatto una cosa orribile, voglio pagare». Lo ha ripetuto più volte. Collaborativo, pronto a non sottrarsi alle domande incalzanti della pubblica accusa, avrebbe ammesso le due fasi dell’aggressione – prima nel parcheggio di Vigonovo, poi nella zona industriale di Fossò – sfociate nel delitto commesso con un coltello da cucina usato per colpire ripetutamente l’ex fidanzata.
Davanti al gip appare a volte impaurito, ma poi, nonostante i suoi 21 anni, parla per nove ore e mette in fila fatti ed emozioni della serata di sabato 11 novembre. Grida il suo «amore» per lei e si dice «incapace di accettare la fine di quella storia», una relazione chiusa dalla studentessa di Ingegneria biomedica la scorsa estate. «Mia» è un aggettivo che usa spesso, a differenza di «ex» fidanzata che gli suona stretto, a tal punto da affondare più volte il coltello contro di lei.
«Ho usato un solo coltello»
Turetta ha usato un solo coltello con una lama da 12 centimetri, per uccidere Giulia Cecchettin. La circostanza emerge dall’autopsia – durata 14 ore – svolta a Padova. L’altro coltello, quello spezzato, con una lama lunga 21 centimetri, trovato nel parcheggio di Vigonovo (Venezia) a circa 150 metri dalla villetta della 22enne, non sarebbe stato quindi usato come arma. Tutto ciò è più che verosimile, ma la certezza assoluta la daranno le analisi del Ris di Parma.
Nessuna traccia rilevante di scotch
Sul corpo di Giulia Cecchettin l’esame necroscopico non avrebbe rivelato tracce evidenti, né sulla bocca né sulle mani, di legature con lo scotch. Un pezzo di nastro adesivo – che Filippo aveva acquistato on line prima dell’omicidio – era stato rinvenuto, con tracce di capelli, nella zona industriale di Fossò, punto della seconda aggressione, sabato 11 novembre. Quanto agli altri traumi ci sarebbe conferma di una frattura cranica sulla vittima, dovuta alla caduta di Giulia, sempre a Fossò, conseguenza della furia dell’indagato. Questa ferita, però, non sarebbe stata – da sola – determinante nel decesso, avvenuto per dissanguamento.
Il momento del decesso sarebbe da collocarsi intorno alle 23,40 nelle strade deserte di Fossò. Da valutare se l’ex fidanzato abbia «infierito» sul corpo della giovane donna e rischi quindi la contestazione dell’aggravante della crudeltà.
Martedì alle 11 i funerali di Giulia a Padova
È finita nella notte, dopo 14 ore, l’autopsia di Giulia Cecchettin che si è svolta nell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Padova. Gli esperti hanno cercato di concludere gli accertamenti il più in fretta possibile per accelerare le procedure burocratiche di restituzione del corpo alla sua famiglia desiderosa di salutare la ragazza. Col nulla osta della Procura di Venezia si potranno celebrare le esequie martedì a Padova, alle 11, quando arriveranno migliaia di persone nella chiesa di Santa Giustina Maggiore in Prato della Valle.
Lutto regionale nel giorno delle esequie«Martedì, per le esequie di Giulia, chiedo all’intero Veneto un segnale corale, forte e chiaro, contro la violenza di genere. Una giornata che diventi indelebile, che segni il passo perchè fatti come questo possano non ripetersi più. Lo dobbiamo a Giulia, nel cui ricordo – e nel ricordo di tutte le donne uccise senza un perché – continueremo a lavorare stretti gli uni agli altri nel combattere la violenza di genere».Lo dice il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, annunciando la pubblicazione, oggi, dell’ordinanza a firma del presidente stesso con cui viene decretato il lutto regionale per la giornata di martedì 5 dicembre, giorno delle esequie di Giulia Cecchettin, in coordinamento con le Prefetture del Veneto.«Esprimo nuovamente, anche avvicinandosi ai funerali, la mia vicinanza alla famiglia di Giulia e a tutti coloro che le vogliono bene. La vicenda di questa ragazza ha segnato nel profondo l’intera comunità; poteva essere nostra figlia, sorella, nipote, amica. E’ una triste pagina che ha portato il Veneto e l’Italia a identificarsi con questo dramma».