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Ciro Grillo a processo, Silvia piange in aula: “Dopo lo stupro volevo suicidarmi”

da IL GIORNALE

È cominciata poco dopo le ore 12 di questa mattina, martedì 7 novembre, in tribunale a Tempio Pausania, la deposizione di Silvia (nome di fantasia), la studentessa italo-norvegese che nel 2019 denunciò Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, e i suoi quattro amici genovesi – Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia – per violenza sessuale di gruppo. “Io volevo urlare ma non ci riuscivo. Volevo gridare ma ero come paralizzata”, ha detto la ragazza rispondendo alle domande del procuratore Gregorio Capasso. “Non sentivo più il mio corpo, nemmeno le braccia. Non riuscivo a muovermi…”. Poi l’udienza è stata sospesa perché la teste è scoppiata a piangere.

“Non riuscivo a muovermi”

L’avvocato Giulia Bongiorno, ex ministro leghista nel primo governo Conte e oggi presidente della Commissione Giustizia, che assiste Silvia assieme al collega Dario Romano, aveva chiesto che l’assistita fosse protetta da un paravento durante la deposizione, ma il giudice Marco Contu ha respinto la richiesta. La giovane, seppur molto provata dall’emozione, ha risposto alle domande del pm Capasso su quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Quando il magistrato le ha chiesto se avesse urlato, Silvia ha spiegato che non le veniva fuori la voce: “Ero paralizzata, non riuscivo neanche a muovermi”. Questa circostanza potrebbe spiegare perché altri testimoni, in particolare la madre di Ciro Grillo, Parvin Tadjk, che dormiva in una casa accanto a quella dove si sarebbero consumati i presunti abusi, abbia dichiarato di non aver sentito nulla.

“Dopo lo stupro mi volevo suicidare”

Particolarmente drammatico il passaggio in cui Silvia, tra le lacrime, ha raccontato di essere stata costretta da uno dei ragazzi a bere un superalcolico. “A un certo punto, quella notte, – ha ricordato – fui costretta a bere della vodka dalla bottiglia. Vittorio (Lauria ndr) mi afferrò la testa con la forza e con una mano mi teneva il collo e con l’altra mi forzava a bere”. La 23enne ha poi rivelato di aver tentato il suicidio: “Dopo lo stupro di gruppo mi volevo suicidare, correvo sui binari per farmi mettere sotto da un treno. Oggi faccio atti di autolesionismo e ho disturbi alimentari”.

L’avvocato Bongiorno: “Una donna devastata”

“Per un legale queste giornate sono forse le più difficili, le più complicate e le più dolorose. Perché avere una persona che nel raccontare quello che le è accaduto, dicendo che ha tentato il suicidio e che ha fatto atti di autolesionismo, ha parlato anche di corse verso i binari per farsi mettere sotto da un treno, fa capire che a volte si banalizzano dei fatti che invece, sono di una gravità inaudita”. Lo ho ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno uscendo dal Tribunale di Tempio Pausania, dove domani si terrà anche il controesame dei legali di Grillo Jr e gli amici. “Questi fatti non è che lasciano un segno – ha concluso Bongiorno – ma distruggono, devastano. E’ una ragazza devastata. Ha fatto una deposizione tra i singhiozzi”.

La deposizione dell’amica

Lo scorso 22 settembre c’è stata la deposizione di Roberta, l’amica di Siliva, anche lei parte lesa nel processo a carico dei quattro imputati. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, la notte del presunto stupro la giovane era stata fotografata in posizioni oscene mentre dormiva sul divano a casa di Grillo Jr. Le immagini sono state recuperate dai cellulari degli imputati e allegate ai faldoni dell’inchiesta. Nel corso dell’udienza, la ragazza aveva risposto dapprima alle domande dei suoi legali, gli avvocati Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano, e poi si era sottoposta al controesame del collegio difensivo, proseguito il 23 settembre. “Non ero una persona per loro in quel momento. Ero un oggetto. Si sono comportati come se non avessi un nome. Ero semplicemente un divertimento per loro, qualcosa che dimostrava il loro potere maschile su di me”, aveva detto Roberta commentando le foto hard scattate a sua insaputa. E poi sull’amica: “Abusata da tutti”.

L’accusa nei confronti di Grillo Jr e gli amici

Il presunto stupro si sarebbe consumato la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella residenza estiva di Grillo in Costa Smeralda (Sardegna). Silvia e Roberta avevano conosciuto Ciro Grillo e gli amici genovesi in un noto locale dell’isola. Al termine della serata, verso l’alba, le due studentesse avevano seguito la comitiva di ragazzi nell’appartamento a Cala di Volpe. Su quanto accaduto nelle ore successive ci sono due versioni diverse. Da un lato quella della ragazza italo-norvegese, che sostiene di essere violentata per “cinque o sei volte”, e dall’altro quello dei quattri imputati che negano le accuse. Sentiti sui fatti, Grillo jr e gli altri hanno dichiarato che “Silvia era consenziente” e dunque, a dir loro, non ci sarebbe stata alcuna violenza. In allegato al fascicolo d’inchiesta ci sono le trascrizioni delle chat intercorse tra i ragazzi nei giorni successivi all’accaduto, video e foto.