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Chiara Consonni, oro alle Olimpiadi per Yara Gambirasio: “La sua storia un pensiero fisso. Era atleta da sogno olimpico”

Brembate di Sopra, la campionessa dedica la vittoria di Parigi alla concittadina assassinata. “Aveva solo due anni più di me, l’ho rivista nel docufilm. Suo papà è un mio grande tifoso”

(IL GIORNO) Brembate di Sopra (Bergamo) – C’è una dedica speciale per la vittoria olimpica di Chiara Consonni. La dedica per una concittadina di Brembate di Sopra che oggi non è qui ad applaudirla perché un destino crudele quando ingiusto l’ha strappata a una vita ricca di promesse, fra cui, forse, anche un futuro da campionessa della ginnastica ritmica: si chiamava Yara Gambirasio. Dopo Parigi 2024, dici “Consonni“ ed evochi l’élite del ciclismo su pista. Simone e Chiara, fratelli magici. Simone, campione a Tokyo 2020, è tornato con il bronzo nell’inseguimento a squadre e l’argento nella Madison con Elia Viviani. Chiara ha trionfato nella Madison in coppia con Vittoria Guazzoni. Il sorriso, la voce fresca di Chiara Consonni.Chiara, aveva conosciuto Yara?«Aveva due anni più di me. Non l’ho conosciuta. Ero ancora troppo piccola per capire. Però conosco la sua storia, è come se la sua figura non fosse mai uscita dai miei pensieri. Di recente ho visto il docufilm. Conosco il padre di Yara, che è un mio grande tifoso. Capita che ci vediamo al bar per un caffè, mi dice che mi segue. Dedico la mia vittoria anche a Yara. Era un’atleta. Chissà, se fosse vissuta magari oggi sarebbe una olimpionica».È scomparso don Corinno Scotti, parroco di Brembate per tredici anni.«Una grande tristezza. Da lui avevo ricevuto battesimo, cresima, comunione. Una dedica della mia vittoria pure per don Corinno. Quando riesco ad andare in chiesa con la nonna, don Giacomo mi dice che fanno il tifo per me anche loro della parrocchia».Come vive questo momento?«Devo ancora realizzare come abbiamo fatto, Vittoria e io. Dobbiamo renderci conto bene di quello che è successo e goderci tutto questo».Il momento più bello?«All’arrivo, l’abbraccio della mia famiglia che era venuta a seguirmi».I programmi di una campionessa?«Tre o quattro giorni tranquilli, a godermi la casa, la famiglia, le persone care. Anche perché i due mesi di avvicinamento alle Olimpiadi sono stati molto duri. Poi riprenderò a correre su strada e a fine anno avrò i mondiali in Danimarca».