Cesare Ragazzi è morto a 83 anni ucciso da un malore a Bologna
Ieri sera, per un malore improvviso è morto, nella sua casa a Bazzano (Bologna), Cesare Ragazzi, il noto imprenditore e personaggio televisivo diventato famoso dagli anni Settanta per l’invenzione e la promozione pubblicitaria di una protesi tricologica, ovvero un trapianto non invasivo che veniva applicato direttamente sul cuoio capelluto, attraverso un nastro apposito: lui stesso l’ha definito ‘un parrucchino di capelli naturali’.”Buon viaggio Cesare Ragazzi”, ha scritto in un post Claudio Cecchetto. Il funerale Il funerale, spiega la sindaca di Valsamoggia, Milena Zanna, sarà lunedì 30 dicembre alle 10 nella chiesa di Santo Stefano a Bazzano, preceduto dalla camera ardente alla casa funeraria Parini.
Una carriera partita da una cantina di Bazzano, oggi capoluogo di Valsamoggia col suo primo laboratorio, nel 1968. Paese natale, dov’era tornato ad abitare pochi anni fa, dopo avere lasciato Zola Predosa, che fu per decenni la sede centrale della Cesare Ragazzi. La sua ascesa imprenditoriale è esplosa grazie al boom delle tv private degli anni ’80, che gli consentirono di occupare spazi pubblicitari immensi per vendere i suoi prodotti. “Salve, sono Cesare Ragazzi, mi sono messo in testa un’idea meravigliosa” era lo slogan che da spot divenne fenomeno di costume.
Grazie alla sua popolarità è stato ospite in diverse trasmissioni televisive tra cui Quelli che il calcio, ‘Passaparola e Torno sabato di Giorgio Panariello. A Cesare Ragazzi venne chiesto di interpretare sé stesso nel film ‘Arrapaho’ degli Squallor ma rifiutò; al suo posto venne utilizzata una sua controfigura che ne mantenne il nome. Ragazzi è stato citato nel film ‘Vacanze di Natale’ di Carlo Vanzina, nelle canzoni ‘Black & Decker’, ‘Piacere Pesce’ e ‘Rep e rip’, tratte dall’album ‘Arrapaho’ sempre degli Squallor; nei brani di Caparezza ‘Annunciatemi al pubblico’.
Fino al 2009, anno in cui la società da lui fondata fu dichiarata fallita dal tribunale di Bologna, aveva aperto ottanta centri in Italia ed otto all’estero. Il suo saluto: “Salve! Sono Cesare Ragazzi” è diventato un marchio di fabbrica, ma anche una battuta di spirito entrata nel lessico nazionale.
Lascia la moglie Marta e tre figli: Nicola, Simona e Alessia.