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“Cento giorni di successo” per Elon Musk col “paziente zero”

Nolan Arbaugh racconta l’esperienza post impianto: “Mi ha aiutato a riconnettermi con il mondo, sono tornato a svolgere attività che non facevo da otto anni”. Elon Musk: “Un successo”

Li definisce così Elon Musk, riferendosi all’esperienza del “paziente zero” Noland. Neuralink, la compagnia del magnate che si occupa di interfacce cervello-computer, ha appena postato su X un resoconto su di lui e sui progressi del primo impianto in un essere umano di un chip sviluppato dai ricercatori della compagnia.Obiettivo degli scienziati era “fornire un’interfaccia ad alte prestazioni che migliorerà il controllo dei dispositivi digitali per le persone con tetraplegia, sbloccando il loro potenziale personale e professionale”. In altre parole restituire loro autonomia. Lo studio in cui è stato arruolato e seguito il primo paziente, Noland Arbaugh, si chiama Prime e punta a dimostrare che “Link” – questo il nome dell’impianto – è “sicuro e utile nella vita quotidiana”, spiegano gli ideatori. “Monitoreremo le sue prestazioni tecniche da remoto e quantificheremo qualsiasi beneficio fornito cronometrando la durata dell’uso indipendente e valutando come influisce sulla qualità di vita dei partecipanti”, sottolineano da Neuralink.

I primi 100 giorni con il chip

Cosa raccontano questi primi 100 giorni da quanto il 29enne è stato sottoposto all’intervento di inserimento del chip al Barrow Neurological Institute di Phoenix? Nell’aggiornamento lo spiega lo stesso Noland, che si dice come rinato: l’impianto, spiega, “mi permette di vivere secondo i miei tempi, senza bisogno di avere qualcuno” che li detti. Prima il paziente utilizzava uno stick per tablet che doveva essere posizionato nella sua bocca da un operatore sanitario. “Questo strumento – spiegano gli esperti – può essere utilizzato solo in posizione verticale e con l’uso prolungato può provocare fastidi, affaticamento muscolare, piaghe da decubito; impedisce anche il linguaggio normale”.”Ho giocato ai videogiochi”Avere il chip è come un sovraccarico, “un overload di lusso – è ancora il racconto di Noland – non riuscivo a fare” alcune attività “da 8 anni. La cosa più comoda è che posso sdraiarmi nel mio letto e usarlo”. Il chip “mi ha aiutato a riconnettermi con il mondo, coi miei amici e la mia famiglia. Mi ha dato la possibilità di fare di nuovo le cose da solo, senza bisogno” degli altri “a tutte le ore del giorno e della notte”. Nelle settimane successive all’intervento, Noland ha utilizzato il Link per controllare il suo laptop da varie posizioni. Ha giocato ai videogiochi online con gli amici (scacchi e altri), naviga in Internet, trasmette in live streaming e utilizza altre applicazioni, il tutto controllando un cursore con la mente. Ha persino usato il sistema per “giocare a Mario Kart su una console”, cosa che “non era riuscito a fare dopo la lesione al midollo spinale”.Lo usa per più di 10 ore al giornoNei giorni feriali, Noland contribuisce alle sessioni di ricerca per un massimo di 8 ore al giorno. Nei fine settimana, l’uso personale e ricreativo può superare le 10 ore al giorno. Recentemente ha utilizzato il dispositivo per un totale di 69 ore in una sola settimana: 35 ore di sessioni strutturate e ulteriori 34 ore di uso personale. Le sessioni permettono di valutare le performance del Link. Più sono alti i valori misurati in bit al secondo (Bps) migliore è il controllo del cursore. Durante la prima sessione, raccontano gli esperti, “Noland ha stabilito un nuovo record mondiale per il controllo del cursore” con un’interfaccia cervello-computer, “di 4,6 Bps. Successivamente ha raggiunto 8 Bps e attualmente sta cercando di battere i punteggi degli ingegneri Neuralink utilizzando un mouse”.

Modificato l’algoritmo di registrazione

I ricercatori hanno dovuto anche adattare alcune cose. Nelle settimane successive all’intervento, alcuni fili” del chip “si sono ritirati dal cervello, determinando una netta diminuzione del numero di elettrodi efficaci – raccontano – Ciò ha portato a una riduzione dei valori Bps. In risposta a questo cambiamento, abbiamo modificato l’algoritmo di registrazione per renderlo più sensibile ai segnali della popolazione neurale, migliorato le tecniche per tradurre questi segnali in movimenti del cursore e migliorato l’interfaccia utente. Questi adattamenti hanno prodotto un miglioramento rapido e duraturo del valore Bps, che ora ha superato la performance iniziale di Noland”.