CRONACA E ATTUALITÀITALIAVIOLENZA SULLE DONNE E MINORI

Bullissmo a scuola: una classe intera istiga al suicidio.

Il caso di bullismo in una scuola della provincia di Latina che aveva coinvolto tutti gli alunni di una una terza media, indagata per istigazione al suicidio, è finito con la promozione dei bulli, sostenuti dai loro stessi genitori che non hanno voluto far concludere il percorso rieducativo ai figli. Hanno rifiutato l’incontro allargato alle famiglie per chiedere scusa alla vittima, per mesi dileggiata e stalkerizzata. Essendo tutti al di sotto dei 14 anni, poi, l’indagine aperta dalla Procura dei minori rischia di concludersi con un’archiviazione. Richiesta di archiviazione che il sostituto procuratore presso il tribunale dei minori di Roma ha avanzato nelle scorse settimane proprio perchè «gli indagati mostrano di aver compreso gli sbagli commessi». Non hanno dimostrato la stessa maturità, evidentemente, le famiglie che alla fine si sono opposte al percorso di pacificazione. Per il gruppo di studenti – tre in particolare- l’unica punizione è stato il 6 in condotta richiesto dalla dirigente scolastica. Una vicenda destinata a far discutere, conclusasi con l’isolamento delle vittime (famiglia e studentessa) e con tutti gli altri spalleggiati e, sostanzialmente, rimasti impuniti. Avevano chiamato «ebola» la compagna, aprendo una chat per ridicolizzarla e prenderla di mira, con pesanti ripercussioni nella vita della giovane, sempre più isolata. Prima la chat era ‘segreta’, ma ad un certo punto i messaggi sono arrivati anche sul cellulare della ragazza: «Suicidati, levati di torno. Non mancherai a nessuno». Le indagini hanno portato alla luce le regole del gioco messo in atto: passarle accanto senza toccarla, e chi la sfiorava doveva uscire dal gruppo, oppure imitarne le movenze. Regole impartite in giorni prestabiliti, e così per tre lunghi mesi sino a quando una partecipante del gruppo è uscita allo scoperto, raccontando tutto. E da qui la denuncia e le indagini della polizia postale.