CRISI UCRAINACRONACA E ATTUALITÀESTERO

Bomba a San Pietroburgo, ucciso il blogger nazionalista russo Tatarsky

Una bomba è esplosa, a San Pietroburgo, in un bar in pieno centro, dove è rimasto ucciso il noto blogger nazionalista e corrispondente di guerra russo Vladlen Tatarsky. A confermarlo il ministero dell’Interno russo. “Alle 18:13 del 2 aprile 2023, la polizia ha ricevuto un’informazione in merito a un’esplosione sull’argine di Universitetsjaya. Come risultato, una persona è morta. Era Tatarsky. Sedici persone sono rimaste ferite”, ha detto il servizio stampa del ministero della Tass.  

Oltre mezzo milione di follower su Telegram  Tatarsky, il cui vero nome era Maxim Fomin, aveva più di 560mila follower su Telegram. Era tra le centinaia di partecipanti alla sontuosa cerimonia organizzata dal Cremlino a settembre per proclamare l’annessione russa di quattro regioni parzialmente occupate dell’Ucraina. 

In un caffè dello chef di Putin  Un sito web di San Pietroburgo ha riportato che l’esplosione è avvenuta in un caffè che un tempo era appartenuto a Yevgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin”, il capo del gruppo Wagner.

Un anno fa il post al vetriolo  Un anno fa Tatarsky pubblicava un post al vetriolo su Telegram in cui criticava l’inefficienza delle forze armate russe in Ucraina: “Fino a quando non scopriremo il nome di questo genio militare che ha posizionato il battaglione tattico vicino al fiume, e lui non risponde pubblicamente di questo, non ci saranno riforme nell’esercito”. Una lunga esperienza di guerra nel Donbass dal 2014 al 2015, al fianco dei separatisti del Donetsk, l’agenzia Tass di lui ha detto che dall’inizio della guerra “analizzava quotidianamente il corso dell’operazione e dava consigli ai mobilitati”. Ma in realtà non lesinava critiche ai comandi per gli insuccessi sul terreno. In particolare, nel post del maggio 2022 denunciava la sconfitta subita dai russi nella traversata fallita del fiume Seversky Donetsk. “L’offensiva nel Donbass – osservava – è ostacolata non solo dalla mancanza di informazioni efficaci dai droni ma anche dalla mancanza di generali di livello”.