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Auto, l’UE si ravvede sul Green

La Commissione europea ha annunciato che a gennaio sarà ufficialmente lanciato il dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica in Europa con l’obiettivo di proporre e attuare con rapidità le misure di cui il settore automotive ha urgente bisogno. Il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha spiegato che «l’industria automobilistica è un orgoglio europeo ed è fondamentale per la prosperità dell’Europa», perciò «dobbiamo sostenere questa industria nella profonda e dirompente transizione che ci attende. E dobbiamo garantire che il futuro delle automobili resti saldamente radicato in Europa».

Come si legge in una nota della Commissione Ue, l’obiettivo del dialogo strategico è, tra le altre cose, «affrontare il tema di posti di lavoro, competenze e altri elementi sociali nel settore; semplificare e modernizzare il quadro normativo; l’aumento della domanda, il rafforzamento delle risorse finanziarie del settore, la sua resilienza e la sua catena del valore in un contesto internazionale sempre più competitivo». Nel concreto si terranno una serie di incontri presieduti dai membri della Commissione anche per adattare il quadro normativo dell’Ue coinvolgendo nel processo decisionale il Consiglio e il Parlamento europeo.

A testimoniare il fatto che l’aria è cambiata ieri sono arrivate anche le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz che, prima del Consiglio europeo, si è espresso contro le sanzioni previste per le case automobilistiche europee: «Nella difficile situazione in cui si trova l’industria automobilistica, in molti casi in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa, non ha senso gravarla di ulteriori sanzioni nel prossimo anno 2025 perché non sono stati raggiunti risultati. Questo deve essere deciso ora, presto. La Commissione dovrebbe quindi trovare un modo per garantire che le multe, qualora si rendessero necessarie, non incidano sulla liquidità delle aziende che ora devono investire nella mobilità elettrica, in prodotti e veicoli moderni».

Mentre le istituzioni europee ragionano su come correre ai ripari a una situazione che hanno contribuito a creare, arrivano i dati di novembre del mercato europeo dell’auto che segna una nuova contrazione del 2%. Come spiega Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria automobilistica) «quattro dei cinque major market (incluso UK) registrano una flessione: calano a doppia cifra Francia (-12,7%) e Italia (-10,8%), seguite, con decrementi più contenuti, da Regno Unito (-1,9%) e Germania (-0,5%). Mantiene, invece, una variazione positiva la Spagna (+6,4%)».

Oltre alle possibili soluzioni che emergeranno dal dialogo strategico europeo come l’adattamento delle regole sulle auto elettriche, un «approccio tecnologico aperto» e i finanziamenti al settore dell’automotive, resta il nodo biocarburanti. L’Italia e la Repubblica Ceca stanno insistendo per anticipare la revisione del regolamento al 2025 (anziché com’era previsto nel 2026) includendo anche i biocarburanti tra i carburanti alternativi di cui l’Italia è uno dei principali produttori, una posizione sposata anche dal Ppe.