ATENE, “LE PATTUGLIE DELLA POLIZIA NON SONO UN TAXI!” DONNA UCCISA DALL’EX FIDANZATO A POCHI METRI DAL COMMISSARIATO
Otto minuti in tutto. Otto maledetti minuti trascorsi nel vano tentativo di comunicare la sua paura. Gli ultimi della sua vita, passati nell’ anonima stazione di polizia di Agioi Anargyro, alla periferia nord di Atene. Mentre in strada, proprio sotto il commissariato, c’era qualcuno che la stava aspettando, armato di coltello. Così è morta Kyriaki Griva. Pugnalata alla schiena dal suo ex fidanzato. Aveva 28 anni. Il femminicidio ha scosso la Grecia. Secondo i dati ufficiali del Ministero per la Protezione dei Cittadini, gli episodi di violenza domestica nel Paese sono raddoppiati dal 2020.Il 31 marzo, accompagnata da un’amica, Kyriaki era andata nella stazione di polizia per chiedere aiuto. A pochi metri c’era il suo ex che l’aspettava. Visibilmente scossa e nervosa è stata accolta dall’ufficiale di servizio. Ha riferito di essere spaventata. Ha parlato del suo ex fidanzato, delle violenze subite e del suo essere violento. Sarebbe voluta tornare a casa e aveva chiesto un’auto di pattuglia che l’accompagnasse. Sentiva la sua presenza. Giù. Il poliziotto ha preso mentalmente nota. Ma non l’ha trattenuta nel dipartimento, né si è occupato del suo ritorno a casa. Non ha nemmeno conservato i suoi dati. Le ha detto semplicemente che non avevano pattuglie in quel momento e che avrebbe dovuto telefonare all’ operatore del servizio per averne una. Kyriaki è uscita dal dipartimento e immediatamente ha telefonato. La sua voce: «Mi sto perdendo. È arrivato qui. Mi aiuti». Dall’altro capo del telefono una voce fredda, irritata. La risposta: «Signora, l’auto di pattuglia non è un taxi». Pochi secondi dopo Kyriaki è morta.L’ondata di sdegno in Grecia è andata ingrossandosi man mano che sono saltati fuori i particolari che hanno preceduto il delitto. I media hanno riferito particolari delle testimonianze dei poliziotti che avevano parlato con Kyriaki all’interno del commissariato prima di consegnarla all’assassino e pubblicato il documento audio in cui si sente la conversazione della vittima dal suo cellulare che chiede aiuto all’operatrice della polizia.