Anoressia e disturbi alimentari
“Si pensa che i disturbi alimentari siano un capriccio, siano una mancanza di forza di volontà. Una persona che non mangia è una persona che fa i capricci, una persona che mangia troppo, che si abbuffa, è una persona che ha poca forza di volontà. In realtà nessuno sceglierebbe mai di ammalarsi di disturbi alimentari”A ribadire questo concetto fondamentale ma spesso ignorato è Aurora Caporossi (@punto.acapo), fondatrice di @animenta_dca, un’organizzazione no profit che si occupa di disturbi del comportamento alimentare (DCA), fornendo sostegno a chi ne soffre e alle loro famiglie e impegnandosi per sensibilizzare e promuovere consapevolezza su questi disturbi. Una consapevolezza che è spesso carente per cui ne consegue una rappresentazione errata le cui ripercussioni non riguardano soltanto il singolo, ma influiscono anche sulle decisioni politiche che vengono prese in merito. È anche a causa di una percezione distorta sui DCA, infatti, che il Governo tarda a introdurre una legge attuativa, limitandosi a finanziare (solo dopo averlo tagliato) il fondo straordinario per contrastare i disturbi alimentari, la cui cifra, pari a 10 milioni di euro, resta comunque insufficiente per aiutare a guarire le quasi 4 milioni di persone che ne soffrono in Italia. Persone di qualunque età, genere e contesto sociale, costrette non soltanto a scontrarsi con pregiudizi e sofferenza, ma anche a farsi carico da sole delle cure e ad aspettare in liste d’attesa infinite a causa della mancanza di posti e di specialisti all’interno delle strutture cliniche. Guarire è possibile, tiene a ribadire anche Aurora, ma per riuscirci è necessario che l’accessibilità per ogni persona al diritto alla salute venga effettivamente e concretamente riconosciuta e garantita