Alla Sapienza a Roma è andato in scena il Talk organizzato da FA.B.R.I. su ESG e società benefit
Sostenibilità, le imprese familiari consapevoli ma ancora disorientate
La ricerca: solo per un 25% il nodo è finanziario, il problema maggiore sono le poche certezze regolatorie e la difficoltà a reperire le competenze adeguate
Le piccole e medie imprese familiari sono consapevoli del tema sostenibilità, ma faticano a impegnarsi per realizzarlo perché disorientate. Nella maggior parte dei casi, infatti, non è l’ostacolo finanziario quello che le blocca. Bensì la mancanza di una bussola, ossia di informazioni e conoscenze univoche. A frenarle è, quindi, la mancanza di un quadro regolatorio definitivo e la difficoltà a reperire le competenze sul vasto tema della sostenibilità. Il dato è emerso nel corso del convegno dal titolo “Gli ESG e il modello benefit come leva di crescita per le imprese familiari”, realizzato sotto forma di Talk, organizzato da Fa.b.r.i. (Family Business Risorse per l’Italia), associazione delle piccole e medie aziende a conduzione familiare e andato in scena nei giorni scorsi in presenza dall’aula Minerva dell’Università La Sapienza di Roma e in diretta streaming su youtube (qui il link per rivederlo).
Ben dodici gli ospiti del talk che, dopo l’introduzione del presidente di Fa.b.r.i., Marco Palamidessi, coordinati dal giornalista Angelo Conte, hanno analizzato il tema della sostenibilità – nei suoi pilastri economico, ambientale e sociale – sotto molteplici aspetti. Da quello creditizio, a quello tecnologico e dell’innovazione, dell’etica e della politica fino a quello espresso direttamente dai piccoli e medi imprenditori di aziende familiari.
Su questo ultimo fronte è stata illuminante la ricerca – ancora in fieri ma già in grado di dare alcune indicazioni di tendenza – commissionata da Fa.b.r.i. con i suoi esperti membri del Comitato tecnico scientifico provenienti dall’Università di Trento e dalla Libera Università di Bolzano – e realizzata su un campione di piccole e medie imprese familiari da parte dei professori Fabio Zona e Alfredo De Massis e presentata a Roma in anteprima.
Ebbene, se dalle ricerche pregresse, citate da De Massis, Ordinario di Imprenditorialità e Family Business Management alla Libera Università di Bolzano, emerge che le imprese familiari fanno più fatica a investire sulla sostenibilità, la nuova ricerca analizza tale aspetto nelle sue cause.
La stragrande maggioranza delle imprese del campione dello studio più recente dichiara infatti di considerare la sostenibilità socio-ambientale come una “priorità strategica” ha sottolineato Zona, ordinario di Economia aziendale all’Università di Trento. Solo il 25% dei rispondenti individua nelle limitate possibilità finanziarie un ostacolo ad abbracciare la strada della sostenibilità. Maggiore è la parte del campione che indica nella mancanza di conoscenza un nodo che le blocca in questo ambito. “Per spingere le imprese familiari a investire maggiormente sulla sostenibilità – ha chiosato De Massis – è fondamentale coinvolgere con deleghe specifiche le nuove generazioni di imprenditori e avere un ecosistema di professionisti sempre più specializzati nel campo della sostenibilità che collaborino con le aziende”.
Ma, come ha chiarito Domenico Siclari, Professore ordinario di Diritto dell’Economia e dei Mercati finanziari all’Università Sapienza di Roma, uno strumento utile affinché le imprese possano abbracciare la sostenibilità è diventare società benefit. Una dimensione che consente di avere diversi vantaggi, tra cui l’attrazione degli investimenti, l’accesso più agevole al credito.
Molte sono già le imprese familiari che hanno investito nella sostenibilità, come hanno dimostrato Elsa Di Paolo, Cfo e Esg Manager di Italfluid Geonergy srl e Stefano Panseri, ad di Despe Spa. L’aspetto penale della G di Governance degli ESG è stato affrontato dall’avvocato Andrea Locatelli, Founder e Managing Partner di Locatelli&Partners Family Office, quello creditizio da Massimiliano Spagnolo, responsabile Finanziamenti strutturati e consulenza d’impresa presso BCC Banca Iccrea, quello delle tecnologie ambientali da Paolo Mutti, Founder e Ceo di X-Nano. Marianna Valletta, Founder e Director di Valletta Relazioni Pubbliche ha affrontato il tema della corretta comunicazione della sostenibilità e dei rischi per l’azienda che non la pratica. Loredana Reniero, Co-founder e Business Developer di Step Società Benefit, ha portato esempi di aziende che hanno reso l’investimento in sostenibilità un vantaggio competitivo. Roberto Mordacci, Prorettore per le scienze umane e sociali all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha analizzato il legame tra etica imprenditoriale, politiche della sostenibilità e Esg. Monica Rota, Founder e Partner di Nexta Sta, il ruolo dei professionisti a supporto della rivoluzione sostenibile delle imprese. Da tutti gli interventi è emerso come la sostenibilità necessita di una grande e principale transizione, quella culturale, per diffondere nelle imprese e nei protagonisti dell’economia e della società un approccio sostenibile al loro agire.