Addio a Mark Forest, il volto di Maciste ed Ercole per il cinema italiano
Aveva prestato il fisico da bodybuilder a forzuti eroi della mitologia popolare per il genere “Peplum”, in voga a Cinecittà negli anni ’60. Oltre alla palestra e al cinema, tra le sue passioni c’era il canto lirico e si reinventò tenore
Mark Forest aveva 89 anni e sarà ricordato come uno dei volti e soprattutto dei fisici più popolari della Hollywood sul Tevere: la Cinecittà d’oro degli Anni ‘60. Aveva interpretato sette volte Maciste e tre volte Ercole nella sua breve carriera a Roma: una dozzina di film, tra i maggiori successi al botteghino, in soli 5 anni (1960-1965). Una fama che era arrivata grazie a registi e produttori italiani che lo ricercavano per impersonare i forzuti eroi della mitologia, nel genere di moda in quel periodo: il “Peplum”.
Mark Forest, al secolo Lorenzo Luis Degni, era italo-americano e la conoscenza della lingua lo aveva aiutato a diventare il secondo attore americano (dopo Steve Reeves, interprete di “Le fatiche di Ercole” del 1958, film apripista del genere) a trovare popolarità a Cinecittà, dove fu la star di: “La vendetta di Ercole” di Vittorio Cottafavi, “Maciste nella valle dei Re” di Carlo Campogalliani, “Maciste, l’uomo più forte del mondo” di Antonio Leonviola e “Maciste, il gladiatore più forte del mondo” e “Maciste, l’eroe più grande del mondo” di Michele Lupo. Fu anche “Il magnifico gladiatore” di Alfonso Brescia e “Il leone di Tebe” di Giorgio Ferroni, oltre ad altri eroi come “Kindar, l’invulnerabile” di Osvaldo Civirani…
Nato nel 1933 a New York, nel quartiere di Brooklyn, nipote di nonni napoletani, aveva iniziato come bodybuilder a 13 anni e, poco più che adolescente, si era ritrovato sulle copertine di alcune riviste di settore e poi a gestire una palestra a Long Island.
Partecipò e vinse diverse competizioni di bodybuilding, ma il suo esordio al cinema, con “Sinuhe l’egiziano” (1954), diretto da Michael Curtiz, ne segnò il passaggio al grande schermo che però trovò il successo, sei anni dopo, a Cinecittà.
Chiusa l’esperienza cinematografica, Forest si dedicò alla sua altra passione: il canto. Si reinventò infatti come tenore e, dopo aver lavorato e studiato in Europa – sotto la guida di Giovanni Milillo, compositore ed ex tenore della “New York Opera”, e padre del soprano lirico Aprile Millo – si stabilì definitivamente in California, dove si è spento, insegnando tecnica vocale a Studio City, caratteristico quartiere di Los Angeles.