Aborto, California ‘apre’ a infanticidio?/ Bimbi senza diritti fino 1 mese dopo parto
La California firma legge pro-aborto che rischia di ‘aprire’ all’infanticidio. ‘Depenalizzata la morte perinatale’: ProVita “bimbi senza diritti fino ad un mese dopo il parto”
Dopo averla presentata ormai diversi mesi fa in risposta alle contestate legislazioni di altri Stati americani contro il diritto all’aborto, la California con il proprio Governatore dem Gavin Newsom ha firmato una seria di progetti di legge riguardanti l’aborto. Tra questi il tanto discusso AB 2223 che, secondo i “pro-life” Usa, sdoganerebbe addirittura l’infanticidio. Per capire se effettivamente una legge nel 2022 in Occidente possa arrivare a concepire una bestialità del genere dobbiamo partire dalla denuncia fatta dagli Students for Life in California, ripresi dall’associazione “ProVita & Famiglia” qui in Italia: «il 28 settembre, il governatore della California Gavin Newsom ha infatti firmato una serie di progetti di legge relativi all’espansione dell’accesso all’aborto e all’infanticidio. Tra questi progetti di legge c’era anche l’AB 2223, che di fatto consente alle persone di uccidere i bambini nati vivi dopo tentativi di aborto falliti, stabilendo inoltre che nessuno potrà indagare sui decessi o ritenere penalmente responsabili le persone coinvolte». Era già successo negli scorsi mesi che le denunce fatte dai “pro-life” fossero poi smentiti dagli stessi politici dem della California, ribadendo che nessun infanticidio era stato legittimato, semmai era stata “depenalizzata” la morte perinatale (decesso nel periodo che va dalle 28 settimane di gravidanza fino alla prima settimana di vita, in alcuni casi anche il primo mese). Se infatti è vero che non vi è scritto da nessuna parte nella legge AB 2223 di permettere l’uccisione del bambino dopo la sua nascita, è altrettanto vero che si legge al suo interno passaggi come questo: «una persona non sarà soggetta a responsabilità o sanzione civile o penale, o altrimenti privata dei propri diritti ai sensi del presente articolo, sulla base delle proprie azioni o omissioni in relazione alla propria gravidanza o all’esito effettivo, potenziale o presunto della gravidanza, inclusi aborto spontaneo, “natimortalità” o aborto o morte perinatale per cause verificatesi nell’utero». Come spiegano gli stessi pro-life americani, lo scopo della legge è quella di proteggere legalmente «ospedali, cliniche e chirurghi nel caso in cui costoro decidano di non fornire assistenza medica ai bambini nati vivi dopo aborti falliti» (si legge nella nota pubblicata da Students for Life su “La Verità”).
LA DENUNCIA DI PROVITA & FAMIGLIA: “FANATICI ABORTO, BIMBI SENZA DIRITTI ANCHE DOPO 1 MESE DAL PARTO”
Nessuno si permette di chiamarlo infanticidio o tranquillamente omicidio: eppure nel momento in cui viene lasciato permesso l’aborto post-nascita, o la “morte perinatale”, il rischio drammatico è del tutto legittimato. Per contrastare le politiche pro-life e anti-abortiste di diversi stati GOP, la democratica California si appresta dunque a riconoscere in alcuni casi contingenti la possibilità che non vi sia punibilità per chi non dovesse intervenire a salvare bimbi nati fino ad un mese dopo il parto. La denuncia fatta da “ProVita & Famiglia” è netta e punta il dito contro le politiche abortiste della Casa Bianca di Joe Biden: «Il fanatismo abortista ci sta portando allo sdoganamento dell’infanticidio», attaccano i fondatori dell’associazione con legami anche oltre Oceano. «Dal linguaggio utilizzato si capisce che il disegno di legge mira a proteggere coloro che non forniscono assistenza medica ai bambini nati vivi dopo degli aborti falliti. Pertanto, se un bambino sopravvive a un tentativo di aborto, può essere lasciato morire e nessuno sarà ritenuto responsabile di tale morte», attacca “ProVita”. Qualora dovesse entrare effettivamente in vigore, si tratta di una legge quella della California – chiosa Jacopo Coghe di “ProVita” – «abominevole che apre le porte ad ogni forma di infanticidio e che dimostra che la strada da percorrere per arrivare al pieno riconoscimento dei diritti del nascituro è ancora lunga». Per cui chi in questi mesi ha definito come “fake news” la denuncia dei “pro-life” contro la legge AB 2223 e la possibilità di infanticidio, ora dovrebbe semplicemente “spiegare” quanto la medesima legge mette nero su bianco direttamente online: «Questo disegno di legge eliminerebbe il requisito che un medico legale tenga inchieste per decessi correlati o in seguito ad aborto autoindotto o criminale noto o sospetto e eliminerebbe il requisito che una morte fetale incustodita venga gestita come morte senza assistenza medica».