L’embargo americano contro Cuba dovrebbe cessare, lo chiede anche l’Onu
Ben 29 risoluzioni Onu negli ultimi 30 anni, l’ultima del 23 giugno 2021 passata con solo tre astenuti (Colombia, Ucraina e Brasile) e due voti contrari di Usa e Israele, hanno sentenziato che l’embargo economico che gli americani stanno portando avanti contro Cuba deve ormai cessare.
L’embargo contro Cuba, conosciuto anche come el bloqueo, è un embargo commerciale, economico e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba all’indomani della rivoluzione castrista. Il 17 dicembre 2014, il presidente statunitense Barack Obama annuncia l’intenzione di porvi fine. Tuttavia, per poter essere effettivamente rimosso, sarebbe stato necessario il voto favorevole del congresso americano, controllato dal Partito Repubblicano, che era contrario. Con la fine della presidenza Obama, il nuovo presidente Donald Trump ha rinnovato l’embargo fino a che non ci saranno «libere elezioni» nell’isola. L’embargo riguarda prevalentemente il solo commercio bilaterale USA-Cuba e non il commercio tra Cuba e la comunità internazionale.
Il blocco americano sta producendo l’effetto di avvicinare Cuba all’economia cinese, che dopo essersi espansa in Africa ora punta ad accordi economici con la “Perla delle Antille”.
L’Europa stessa dovrebbe fare leva sull’amministrazione americana in virtù della necessità di espandere ulteriormente i propri rapporti commerciali. Gli stessi Stati dell’Unione Europea hanno il dovere di sottolineare che paesi democratici non possono tollerare che il popolo cubano continui a vivere nella povertà e ristrettezze economiche.
Il Cuban Democracy Act stabilisce che verrà tolto l’embargo quando saranno soddisfatte alcune condizioni:
- Svolgimento di elezioni libere e oneste;
- Ripristino dei partiti di opposizione, dando loro il tempo di riorganizzare la campagna elettorale;
- Rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani dei cittadini cubani;
- Instaurazione di un regime economico di libero scambio;
- Modifiche costituzionali tali da permettere elezioni libere e oneste come al punto 1.
La legge Helms-Burton del 1996, aggrava l’embargo stabilendo che gli Stati Uniti ritireranno tutti i finanziamenti verso le organizzazioni internazionali che violeranno l’embargo e annullerà le importazioni da quei paesi che effettueranno traffici con Cuba nella stessa misura delle importazioni da questi effettuate. Tale legge è stata ritenuta da molti illegittima in quanto, oltre a contribuire al mantenimento dell’economia cubana a uno stadio di povertà, viola il diritto di autodeterminazione, la libertà degli scambi economici, il divieto di non ingerenza nelle questioni di sovranità interna. L’Helms-Burton Act non ha pertanto trovato piena applicazione, e Cuba intrattiene regolari rapporti commerciali con numerosi Stati.