Che cos’è la “Bibbia del diavolo”?
È il più grande manoscritto medievale esistente, contiene un’imponente illustrazione del demonio (che secondo la leggenda aiutò l’autore a scrivere).
Il Codice Gigas (Codex Giganteus), o “Bibbia del diavolo”, è un imponente manoscritto medioevale in latino, del peso di oltre 74 chili, alto 92 centimetri e spesso 22. Il più grande ancora esistente tra quelli dell’Età di mezzo. Comprende 310 fogli di pergamena ottenuta dalle pelli di 160 asini (o vitelli).
È conservato a Stoccolma, nella biblioteca nazionale svedese, dove giunse nel 1648 come bottino della Guerra dei trent’anni. Prima si trovava a Praga, nella collezione dell’imperatore Rodolfo II e proveniva da un monastero benedettino boemo.
LO ZAMPINO DEL DIAVOLO. Il manoscritto, finemente miniato, contiene un ritratto del demonio alto 50 centimetri. E ciò ha fatto nascere la leggenda di un monaco peccatore, condannato a essere murato vivo se non avesse espiato, scrivendo in una notte un libro comprendente tutto lo scibile umano. A mezzanotte l’uomo, disperato, chiese aiuto al diavolo, dando in cambio la propria anima.
DIETRO LE PAROLE. L’esame del testo rivela però altro. La stesura di questo volume durò 20 anni e si concluse nel 1229, come si deduce dall’ultimo fatto riportato. Il libro comprende il testo della Bibbia, la Cronica Bohemorum (1125) di Cosma di Praga, un calendario con necrologi, formule magiche e gli alfabeti greco, cirillico ed ebraico. L’autore è un monaco, un certo Herman Inclusus, ossia “recluso”, nel senso di isolato dal mondo e non “murato vivo”, come invece vuole la leggenda.