Fughe di gas dal Nord Stream, “danni senza precedenti”. Per Berlino è un sabotaggio, Usa: “Dalle prime notizie è stato un attacco”. L’ipotesi del coinvolgimento di sub e sottomarino russi
Le esplosioni nel corso della notte, l’operatore della rete non riesce a stimare quando sarà ripristinata la capacità operativa dei gasdotti. Il Cremlino chiede “un’indagine urgente” e parla di “possibile sabotaggio”, Kiev accusa: “Atto terroristico pianificato da Mosca”. Secondo il Tagesspiegel, il governo tedesco segue entrambe le piste. Fonti di intelligence occidentale, citate dall’Adnkronos, segnalano la presenza di forze della Marina militare russa
Danni sulle tre linee off shore che sono “senza precedenti”, probabilmente riconducibili ad attacchi o atti di sabotaggio e che hanno fatto schizzare il prezzo del gas ad Amsterdam sopra i 200 euro al megawattora. E al momento è impossibile stimare le tempistiche del ripristino della capacità operativa degli impianti. Ad essere danneggiati sono i gasdotti Nord Stream 1 e 2, i due condotti che collegano la Russia alla Germania. Le fughe di gas rilevate hanno causato in Danimarca l’aumento del livello di allerta sulle infrastrutture energetiche anche se da Bruxelles la Commissione Ue fa sapere che “non c’è alcun impatto sulla sicurezza”. La possibilità di un sabotaggio è la pista più accreditata per Berlino, così come per Mosca. Per il quotidiano tedesco Tagesspiegel il governo federale dibatte su due ipotesi: che all’origine dell’agguato ci sia l’Ucraina o qualche suo alleato; oppure potrebbe essersi trattato di un’operazione russa sotto falsa bandiera, per alimentare maggiore insicurezza e far salire i prezzi del gas ulteriormente. Secondo fonti di intelligence occidentale, citate dall’Adnkronos, le fughe di gas potrebbero essere la conseguenza di esplosioni provocate da sommozzatori russi o dal sottomarino russo nucleare SSN classe Oscar II “Belgorod“. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha dichiarato che “ci sono notizie iniziali” secondo le quali il danno ai gasdotti “sarebbe il risultato di un attacco o di una forma di sabotaggio, ma queste sono notizie iniziali e non le abbiamo ancora confermate“.
“Forti esplosioni nell’area delle perdite” – Le stazioni di misurazione sismologica sia in Svezia che in Danimarca hanno registrato lunedì forti esplosioni sottomarine nella stessa area delle perdite di gas, fa sapere l’emittente nazionale svedese Svt. “Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni”, ha affermato Björn Lund, docente di sismologia presso la Swedish National Seismic Network. La prima esplosione è stata registrata alle 02.03 della notte di lunedì e la seconda alle 19.04 di lunedì sera. Gli avvisi sulle fughe di gas sono arrivati dall’amministrazione marittima rispettivamente alle 13.52 e alle 20.41 di lunedì.
L’ipotesi di un sabotaggio russo – Gli 007 occidentali stanno monitorando la situazione, già da quando lunedì è stata registrata una improvvisa perdita di pressione nei gasdotti, a seguito del danneggiamento avvenuto nella zona economica esclusiva danese, vicino all’isola di Bornholm. Le fonti citate dall’Adnkronos rilevano che, nell’ambito dell’attività di ricerca e monitoraggio del web, è emersa la presenza del sottomarino “Belgorod”, al momento operativo nel Mar Bianco. Questo lascerebbe supporre che possano essere stati utilizzati dei veicoli subacquei autonomi attraverso un sottomarino ospite, che potrebbe essere appunto il Belgorod. Le stesse fonti di intelligence notano che un nuovo centro per lo sviluppo di veicoli sottomarini, appartenente alla Marina militare russa, si trova a San Pietroburgo e questi potrebbero essere adatti per colpire obbiettivi in profondità. E sommozzatori delle forze speciali russe (‘spetnaz’) sono dispiegati proprio nel Mar Baltico.
Lo scambio di accuse Mosca-Kiev – Il Cremlino, oltre a parlare di “possibile sabotaggio”, spiega il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, chiede “un’indagine urgente” e parla di “notizie davvero allarmanti” anche perché “l’emergenza sulle linee del Nord Stream è un problema che riguarda la sicurezza energetica dell’intero continente”. “Ovviamente – ha aggiunto – c’è un qualche tipo di distruzione della linea, e prima che ci siano i risultati dei controlli, non possiamo escludere in alcun modo nessuna causa”. Arriva anche la risposta di Kiev, secondo cui “la ‘fuga di gas’ dal Nord Stream 1 non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti della Ue. La Russia vuole destabilizzare la situazione economica in Europa e provocare il panico pre-inverno”, ha scritto su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“Per il governo tedesco non è una coincidenza” – Secondo il quotidiano Tagesspiegel, quanto è accaduto è forse da ricondurre a danneggiamenti provocati da attacchi non meglio specificati. Berlino infatti non considera la contemporanea interruzione dei gasdotti una “coincidenza”. È molto difficile, dunque, che la perdita di pressione dei gasdotti sia frutto di un caso, e una operazione di sabotaggio, la pista ritenuta più plausibile dagli esperti, potrebbe essere stata commessa soltanto da un attore statale, per mano di sommozzatori della marina o con un sommergibile. La marina danese e gli specialisti della sicurezza tedesca stanno cercando di chiarire quale sia stata la causa del calo di pressione nei due gasdotti. Il quotidiano cita le proprie fonti e aggiunge che “si è verificato un calo di pressione nei due gasdotti a breve distanza l’uno dall’altro”. “La nostra fantasia non riesce a trovare uno scenario diverso dall’ipotesi di un attacco mirato”, ha detto una fonte citata dal Tagesspiegel. “Tutto fa pensare che non sia stato un caso”.
Gli Usa: “Pronti ad aiutare l’Ue” – Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a sostenere gli europei dopo le fughe di gas dal Nord Stream, ha annunciato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre: “I nostri partner europei condurranno le indagini, noi siamo pronti a sostenere i loro sforzi. Questo episodio dimostra quanto sia importante il nostro impegno comune per trovare forniture di gas alternative per l’Europa”. “Ci sono notizie iniziali che indicano che sarebbe il risultato di un attacco o di una forma di sabotaggio, ma queste sono notizie iniziali e non le abbiamo ancora confermate“, ha commentato Antony Blinken, aggiungendo che se il sabotaggio venisse “confermato, questo chiaramente non sarebbe nell’interesse di nessuno“. Il segretario di Stato Usa ha poi aggiunto che a quanto gli risulta le perdite di gas “non avranno un impatto significativo sulla resilienza energetica dell’Europa”. “La cosa cruciale è che stiamo lavorando, giorno dopo giorno, per affrontare la sicurezza energetica, sia a breve che a lungo termine, per l’Europa e per l’intero mondo”, ha poi concluso.
Danimarca: “Difficile pensare sia un incidente” – “Si parla di tre fughe di gas, e dunque è difficile ipotizzare che possa essere accidentale“. Lo ha detto la premier danese Mette Fredriksen, parlando all’emittente Dr dalla Polonia dove si trova per l’inaugurazione di un nuovo gasdotto che collega la Norvegia alla Polonia passando per la Danimarca. La situazione é “grave e molto seria“, ha invece sottolineato il ministro della difesa svedese Petter Hultqvist annunciando, secondo quanto riporta l’agenzia TT, di essere in costante contatto con il collega danese, Morten Bdskov. “Appena abbiamo saputo, abbiamo riunito l’unità di crisi con il governo e altre agenzie governative”, ha spiegato Ann Linde, la ministra degli Esteri svedese, secondo quanto riporta il quotidiano svedese Aftonbladet. Copenaghen – ha spiegato Bdskov – ha mandato già da ieri delle unità per pattugliare la zona e oggi ha inviato anche una fregata dotata di elicottero: “Adesso la priorità è fare un quadro della situazione e garantire la sicurezza marittima per permettere una navigazione quanto più scorrevole e sicura”.
Nato: “Grande preoccupazione” – La Nato, interessata perché le esplosioni sono avvenute anche in acque danesi, ha fatto sapere che “sta monitorando attentamente la situazione nel Mar Baltico. Gli alleati stanno esaminando le circostanze delle fughe di gas e scambiando informazioni, anche con Finlandia e Svezia”. Il segretario generale Jens Stoltenberg è intervenuto su quando accaduto durante una visita al Parlamento europeo: “Seguiamo con grande preoccupazione le fughe di gas nei gasdotti Nord Stream: siamo in contatto con Danimarca e Svezia, è importante avere tutti i fatti sul tavolo ed è per questo che dedicheremo la nostra attenzione a questi eventi nelle prossime ore e giorni, in collaborazione con tutti gli alleati”.
I danni – Già lunedì l’autorità marittima di Copenhagen aveva rilevato una fuga di gas dalla condotta Nord Stream 2, che corre per 1.200 chilometri nelle acque del mar Baltico dalle coste russe a quelle tedesche. Il gasdotto, completato a inizio 2022, non è mai entrato in funzione ma era stato riempito di gas per prepararne la messa in opera. La condotta è il raddoppio del preesistente Nord Stream 1 e ha una capacità di 50 miliardi di metri cubi l’anno. “Le autorità sono state ora informate che ci sono state altre due perdite sul Nord Stream 1, che, come il 2, non è in funzione ma contiene gas”, ha detto in una nota il ministro danese del clima e dell’energia Dan Jorgensen, aggiungendo di aver chiesto “livelli più elevati di vigilanza nel settore elettrico e del gas” nel Paese. Una delle perdite sul gasdotto Nord Stream 1 si è verificata nella zona economica danese e l’altra nella zona economica svedese. Come la fuga di notizie su Nord Stream 2 del giorno prima, gli incidenti sono “soggetti a misure di sicurezza”, con limiti alla navigazione e al sorvolo nell’area. Le perdite del Nord Stream 1 sono state individuate ieri sera, un’ora dopo che è stato segnalato un calo di pressione nel Nord Stream 2, secondo l’Amministrazione marittima svedese (SMA). “Intorno alle 20 abbiamo ricevuto un rapporto da una nave di passaggio che diceva di aver visto qualcosa sul loro radar un po’ più a nord dell’isola di Bornholm”, ha detto Fredrik Stromback, portavoce della SMA. A seguito delle perdite, sono stati emessi avvisi di navigazione entro una distanza di cinque miglia nautiche e un’altezza di volo di mille metri dal tracciato dei gasdotti. “Gli incidenti sui due gasdotti non hanno alcun impatto sulla fornitura alla Danimarca“, ha affermato Jorgensen.