Sergio Rubini: «Il mio Eduardo De Filippo, una rockstar»
Il regista de ‘I fratelli De Filippo’ racconta lo studio dietro al progetto, il lavoro sull’uomo (anzi, sul ragazzo) e non solo sull’artista, il processo di casting: «Volevo raccontare la formazione del trio come se fossero i Beatles»
«Eduardo è una vera rockstar, è una delle prime star del Novecento. E all’inizio, quando parlavo di questo film, dicevo: “Voglio raccontare la formazione del trio come se fossero i Beatles”»: Sergio Rubini racconta I fratelli De Filippo a Rolling. Il film (una produzione Pepito Produzioni, Nuovo Teatro, RS Productions con RAI Cinema) è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e arriverà prossimamente in sala.
«Noi abbiamo una percezione di Eduardo, ma anche di Peppino e di Titina, come di personaggi estremamente polverosi, in bianco e nero, monumentali – certo –, grandiosi, ma come se fossero quasi disumanizzati, diventati dei feticci, non sono più delle persone. Invece dietro a queste figure ci sono stati degli uomini e delle donne, ma soprattutto dei ragazzi».
«Sono riusciti a ribaltare profondamente il loro destino e a rendere famoso nel mondo il loro cognome, che era la cosa di cui si vergognavano perché sulla loro carta d’identità c’era scritto “figli di NN” e andavano in giro con il cognome della madre. E questo elemento di vergogna lo hanno trasformato in un motivo d’orgoglio. Significa che il riscatto può esistere per tutti. Certo, bisogna avere il talento e la tenacia dei De Filippo».