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Moda sostenibile e inclusiva: un nuovo brand prende il via dalle neuroscienze

Può un brand di moda sostenibile e inclusiva – no size, no gender, no season – prendere spunto dalle neuroscienze? Sì, se il brand si chiama Neurofashion ed è il progetto innovativo di Chiara Salomone, che alla passione per gli studi psicologici unisce l’amore per la moda.

Come nasce Neurofashion?

Abbiamo chiesto a Chiara Salomone di raccontare il suo progetto: “Sono una psicologa che va alle sfilate. Attraverso Neurofashion provo a realizzare il mio punto di vista attraverso l’estetica usando gli abiti come strumenti di benessere”.


Sono partita dall’idea di creare nuovi volumi al corpo senza legarlo, ho pensato di non sovvertire i codici vestimentari e di genere ma di ignorarli: io non li vedo e vorrei che fosse così anche per gli altri. Non credo nelle misure, nell’orologio, nell’età anagrafica, nelle occasioni d’uso e nelle stagioni, credo nelle persone. Per me la bellezza è qualcosa di profondo che ha a che fare con l’immaginazione e che è frutto dell’evoluzione umana”.

“L’abito è interpretato come una seconda pelle che riflette e presenta le emozioni concentrandole nei colori bianco e nero. Gli abiti sono morbidi e soggetti esclusivamente alla forza di gravità esattamente come il corpo nudo. Pur essendo solo capi d’abbigliamento, vengono pensati come oggetti magici che hanno il super potere della consolazione, di stare bene a tutti. Inoltre,  gli abiti di moda sostenibile, inclusiva e genderless sono oggetti che hanno bisogno dei nostri corpi per prendere forma”.

Continua la designer e psicologa: “Siamo partiti dall’inizio, siamo tornati alle origini, quando i vestiti servivano per coprirci, per proteggerci e abbiamo catturato la specificità funzionale ma abbiamo anche pensato di far emergere l’esperienza di chi lo indossa facendolo sentire accudito, a proprio agio come se lo avesse sempre indossato, come se fosse il suo habitat”.

“Attraverso questi abiti riempiamo il vuoto, il divario tra chi siamo, come ci percepiamo e chi vorremmo essere, lasciamo andare il controllo, ci sentiamo senza limiti, senza misura, senza costrizione. Il concetto della filosofia del brand di moda sostenibile e inclusiva si può sintetizzare con Dress the Gap = Vesti il vuoto/il divario. I vestiti sono concepiti come strumenti di accettazione, di benessere che permettono di attraversare il”vuoto” inteso come possibile divario tra ciò che siamo, la nostra immagine e chi vorremmo essere.
È un messaggio di accettazione e inclusività per cui la distanza non va nascosta, riempita o accorciata ma attraversata per raggiungere la meta desiderata.
Gli abiti sono gli aiutanti di ognuno di noi, eroi moderni che dobbiamo attraversare il nostro personale GAP per unire cervello, cuore e azione. Inoltre il gap è la distanza creata dagli abiti tra noi e gli altri, una distanza che cela e aumenta il desiderio in contrapposizione al tutto e subito”.

Moda sostenibile e inclusiva un nuovo brand prende il via dalle neuroscienze

Neurofashion è un brand ove la sostenibilità è intesa come utilizzo di materiali ecosostenibili, come produzione etica e come durabilità dei capi. Spiega Chiara Salomone:  “Produciamo gli abiti nella bassa Pianura Padana e li abbiamo pensati per durare nel tempo. Sono abiti con cui creare un legame emotivo, che ti possono andare bene per sempre (non hanno taglia) e che puoi usare in tutte le occasioni e in tutte le stagioni. Sostenibilità non solo come capo green ma come acquisto fatto con il cervello”.

“Propaghiamo democrazia e creatività per costruire in modo attivo e pensante.
Per noi non è importante mostrarci ma percepirci, ancora meglio se lo facciamo felici nei nostri abiti. L’abito è compagno di viaggio, una protezione corporale per chi lo indossa, un messaggio, un oggetto da guardare ed interpretare. Abbiamo pensato ad abiti che si conformano al corpo e alla sua meravigliosa e perenne modificazione”.

DA VOGUE



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